Flash-mob di Fratelli d’Italia: «Chiudere subito i cannabis shop. Le sentenze si rispettano»
Niente scherzi. La sentenza della Corte di Cassazione sul divieto di vendita della cannabis va rispettata e la politica deve fare la sua parte modificando la legge vigente. Continua la mobilitazione di Fratelli d’Italia contro «ogni forma di legalizzazione delle sostanze stupefacenti» dopo la battaglia per il ritiro dalle librerie dell’erba in omaggio con l’acquisto di libri.
Flash mob di FdI a via del Corso
Questa mattina dietro lo striscione “Accanabis! La Cassazione parla charo: chiudere cannabis shop subito” decine di militanti di Gioventù nazionale, l’organizzazione giovanile guidata da Fabio Roscani, insieme alla parlamentare Maria Teresa Bellucci, responsabile nazionale del dipartimento Dipendenze di FdI, hanno manifestato di fronte al Cannabis shop di Via del Corso 78 per chiedere la chiusura dei negozi che “spacciano” cannabis nel rispetto della sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione «secondo cui è reato commercializzare i prodotti derivati della cosiddetta cannabis light». Alla manifestazione, il cui titolo di basa su un gioco di parole sul termine gergale romano “accanna” che sta per “smettila”, hanno preso parte anche parlamentari del partito di Giorgia Meloni tra i quali Federico Mollicone e Augusto Montaruli.
«Chiudere cannabis shop subito»
«Scendiamo in campo, ora che la magistratura ha fatto chiarezza, perché la politica, come legislatore, si assuma la responsabilità di modicare la la legge 242 del 2016 inserendo il divieto alla vendita di cannabis per “uso ricreativo”, pilastro della proposta di legge di Fratelli d’Italia», spiega Bellucci. La manifestazioen è anche un è pressing sul governo perché esca dallo stallo dovuto alle contrapposizioni tra Lega e 5Stelle e corregga una legge poco chiara, nella quale si annidano insidie di interpretazione che mettono in serio rischio il diritto alla salute dei cittadini. “Basta spaccio per contratto di governo” “no alla cultura della morte” si legge sui cartelli esposti durante il flash-mob che denunciano l’assenza legislativa dovuta agli stop and go della maggioranza gialloverde. «Siamo in piazza da un anno e non smetteremo di far sentire la nostra voce finché non verranno chiusi tutti i cannabis shop», promette Bellucci, «la sorveglianza sul territorio non basta. Il ministro dell’Interno deve agire». Anche il Consiglio superiore di Sanità lo scorso aprile si è espresso con un parere che sancisce la pericolosità della vendita di prodotti contenenti cannabis, anche al di sotto della soglia di thc (il principale principio attivo della canapa) previsto e ne raccomanda il divieto di vendita e di commercializzazione al pubblico. I numeri parlano chiaro, l’allarme sociale è alto: l’Italia è al terzo posto in Europa per uso di cannabis, come denuncia l’Osservatorio europee per le dipendenze e le tossicodipendenze.