Gli azzurri a Berlusconi: «Toti non è un traditore e ti vuole bene, non farlo andare via»
Ora Forza Italia vuole trattenere Giovanni Toti. Il tempo delle scrollatine di spalle e dell’ostentata indifferenza all’insegna del “meno siamo, meglio stiamo” sembra già di un’altra epoca. L’epoca in cui, appunto, tutti erano utili e nessuno indispensabile. Tranne Berlusconi, ovviamente. Già, per la stragrande maggioranza degli “azzurri” «meno male che Silvio c’è» non era solo un divertente motivetto, ma un vero e proprio codice di sopravvivenza interna: mai dare fastidio, delegare sempre tutto al Cavaliere e restare comunque attaccati alla giostra. Ha funzionato sempre. Ora, però, non funziona più. I sondaggi che quotidianamente arrivano sulle scrivanie dei dirigenti forzisti sono allucinanti: i più benevoli danno il movimento berlusconiano tra il 5 e il 6 per cento.
Toti farà una sua convention il 6 luglio
E qui scatta il contrordine e diventano tutti indispensabili, compreso quel Toti che si è messo in testa di fare una cosa tutta sua per sostituire Forza Italia nello schema coalizionale di Salvini e che per questo ha dato appuntamento a Roma il prossimo 6 luglio. Annuncio noto da tempo, ma che dopo il flop delle elezioni europee ha, per gli “azzurri” il sinistro rintocco delle campane a morto. Uno stato d’animo ben sintetizzato da Sandro Biasotti, uno che ha il polso della situazione per essere il coordinatore della Liguria. Biasotti ha preso carta e penna e si è rivolto direttamente a Berlusconi per chiedergli a fare un «passo in alto come merita la tua incredibile persona e storia». In pratica, dovrebbe occuparsi di «politica europea e mondiale» e, di conseguenza, «lasciare ai tuoi dirigenti l’effettiva operatività politica».
Lettera di Biasotti a Berlusconi: «Giovanni è un valore aggiunto»
E chi sarebbero questi dirigenti? Biasotti immagina la nomina di un «comitato» cui delegare il compito di «scrivere le nuove regole per un democratica scelta del coordinatore politico di Fi con primarie aperte a tutti da tenersi entro ottobre». E primarie – suggerisce – anche «per tutti gli altri ruoli». I nomi sono quelli da tempo in circolazione, Tajani, Bernini, Gelmini, Carfagna, Cesa, con la novità, appunto, di Toti, definito nella lettera «un valore aggiunto». Anche se si è defilato da tempo alle «europee» ha forse persino remato contro. «Ma non è un traditore – assicura Biasotti a Berlusconi -, ti vuole bene anche se è troppo critico ma è un valore aggiunto che non dobbiamo perdere e/o regalare ad altri».