Ha lo zaino di CasaPound, aggredito dai centri sociali. Ma della violenza rossa non si parla
Picchiato perché aveva uno zaino con lo stemma degli ZetaZeroAlfa, band di riferimento di CasaPound. È successo a Roma, nel quartiere San Lorenzo, tra giovedì e venerdì. La vittima ha sporto denuncia per lesioni. Nessuna solidarietà è stata registrata allo stato attuale.
Aggressione rossa all’università
A riportare la notizia dell’aggressione è stato il quotidiano Il Tempo, riferendo che il «ragazzo è stato picchiato da alcuni esponenti del collettivo studentesco». Dunque, un’aggressione politica in piena regola, che si è registrata in via Cesare de Lollis. Si parla di una strada a due passi dall’Università La Sapienza, nella quale ha sede, tra l’altro, la mensa dell’ateneo. Lo scenario che emerge è quello di una cittadella universitaria totalmente fuori controllo. Una enclave nelle mani dei collettivi, per i quali – come riferito da un’inchiesta del Messaggero di ieri – sostanzialmente nulla è cambiato anche dopo la tragica fine di Francesco Ginese, lo studente foggiano di 26 anni morto mentre cercava di scavalcare un cancello per entrare a un rave illegale organizzato nella città universitaria. Rave che, guarda caso, si è svolto venerdì.
Ma la priorità è sgomberare CasaPound
Il Tempo ha messo in parallelo l’aggressione al ragazzo con lo zaino degli ZetaZeroAlfa e quella ai ragazzi con la maglietta del Cinema America. «Un episodio uguale e contrario», ha sottolineato il quotidiano. Ma se il paragone si può azzardare per i presupposti, lo stesso non si può fare per le reazioni che ha provocato. La notizia del pestaggio, rilanciata anche dalle agenzie di stampa, come di consueto per i casi di aggressioni rosse, non ha suscitato reazioni. Nessuna traccia dell’ondata di indignazione e solidarietà che si è levata per i ragazzi del Cinema America, per i quali si è speso anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Né tanto meno la violenza contro il ragazzo con lo zaino “sbagliato” ha portato alla richiesta dello sgombero immediato del “Tre serrande”, che non solo è uno dei tanti centri sociale occupati di Roma, ma è un centro sociale occupato all’interno della città universitaria. Una realtà tollerata da cinque anni, nonostante i rave, l’alcol e le attenzioni – scrive Il Messaggero – dell’Antiterrorismo, «visto che tra queste mura si gestiscono i rapporti con alcuni centri sociali romani». Ma la priorità a Roma è sgomberare le 18 famiglie che vivono a CasaPound. Bambini e anziani compresi.