Il maestrino Conte bacchetta Salvini e Di Maio ma è sempre più solo a Palazzo Chigi

4 Giu 2019 6:00 - di Francesco Storace

La solitudine gli pesa. Conte ha finalmente capito che i suoi vicepremier non se lo filano più e ha convocato una conferenza stampa per fare il maestrino. La bacchetta contro Salvini e Di Maio, i voti sulla lavagna. E i due leader di Lega e Cinque stelle fingono di voler andare avanti.
E’ stato triste assistere all’esibizione del presidente del Consiglio contro la sua coalizione. Rivendicare i poteri costituzionali senza riuscire ad esercitarli è abbastanza patetico. Convocare i giornalisti, annunciare di voler dire una cosa importante, creare l’attesa, per poi ridursi ad elemosinare sostegno a chi lo ha portato a Palazzo Chigi è una prova di debolezza. A qualcuno potrà anche piacere l’orgoglio manifestato, non volersi far rosolare, ma Conte non ha altre carte che non le dimissioni vere e non solo minacciate.
Le cose veramente importanti saranno quelle delle prossime ore. Salvini e Di Maio potrebbero anche fingere di accarezzarlo per qualche foto da pubblicare su Instagram, ma la sostanza resta la stessa. Ormai i due vicepremier, i loro apparati, sono all’odio e non c’è nulla che possa farli ritornare indietro.

Salvini vuole comandare, Di Maio non vuole obbedire

Non c’è contratto di governo che tenga quando i rapporti di forza nel paese si ribaltano come è successo alle europee. Salvini vuole comandare, Di Maio non vuole obbedire. E che potrà mai fare un premier triturato come Giuseppe Conte…
Matteo Salvini non può certo ignorare i consensi copiosi che nove milioni di italiani gli hanno dato alle europee. E pretende di farli pesare. Di Maio è stato abbandonato da sei milioni di elettori ed è in discussione ogni giorno tra i suoi. Basta ragionare su questo per comprendere che è l’ora del trasloco. Conte ha preteso di fare la lezioncina ai suoi vicepremier, il risultato sarà che avrà ancora meno spazio di manovra. Sia per chi ha vinto, sia per chi ha perso.
Dice il premier: “Nessuno mi ha chiesto il rimpasto”. Per forza, il governo ha finito la sua funzione. E non c’è da attendersi chissà quale ondata di commozione da parte dei partner della maggioranza per le parole di Conte.

Ormai la crisi c’è

Non c’è più spazio per chiudere la crisi nel recinto di Lega e Cinque stelle, soprattutto giocando la carta emotiva della diretta Facebook. Probabilmente, dovrà essere Mattarella a indirizzare Conte in Parlamento, a meno che l’assenza di risposte “serie” – la serietà la giudica il premier… – da Salvini e Di Maio non aggravi la crisi. Che c’è e che nessuno potrà più negare.
Se è vero che le elezioni europee hanno lacerato i rapporti nel governo, l’azzardo di Conte probabilmente non serve a ricucire. E’ stato uno sfogo che non aggiunge nulla al suo esecutivo e che probabilmente altera i nervi dei due rivali di coalizione, nel gioco del cerino così come lo ha definito Giorgia Meloni. Il problema della procedura d’infrazione europea, per quelli di palazzo Chigi, verrà molto probabilmente dopo le prossime elezioni politiche anticipate. E chi vincerà dovrà fare i conti con una manovra economica assolutamente pesante. E in fondo in queste ore stanno pensando che è meglio rinviare la palla in avanti, al Parlamento prossimo venturo. Dove insediare magari un governo che possa tentare di giocare la partita per durare davvero cinque anni.

Commenti

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  • Maurizio Turoli 4 Giugno 2019

    Purtroppo,Scalfaro etNapolitano docent, mi porta a presagire la formazionedi un “governo tecnico (l’ntervista alla Fornera fatta dalla 7 è illuminante) sostenuto dal PD e dai Cinuestelle fichini.
    Scordiamo ci le elezioni.
    Questa, tra l’altro era la soluzione gradita al Collo un anno fa con lchiamata di Cottarelli.
    Comma 2 art 1 Costituzione “La sovranità appartiene al Popolo”
    Già sta scritto ma i Custodi dei Valori se ne fanno beffe

  • Pasquino Taiocchi 4 Giugno 2019

    I tre turchi che sono al Governo, appunto perché sono in tre, non vogliono prendere le responsabilità di dimettersi, in tal modo mettono in serio pericolo il Paese, che ha così tanto bisogno di lavorare!