Il Sud pretenda che si passi dal reddito di cittadinanza al diritto di cittadinanza
Riceviamo da Giuseppe Menardi e volentieri pubblichiamo:
Caro direttore,
Le ragioni delle diseguaglianze fra Nord e Sud Italia sono infinite e la loro origine è nella storia della nostra penisola. L’integrazione tra le diverse culture e regioni e finalmente anche fra le differenze economiche però potrà essere raggiunta solo con una unità fisica strutturale, ovvero con una rete di comunicazioni efficiente e moderna. Realizzare la rete Ten-T fino a Palermo dovrebbe essere un obiettivo del Governo indipendentemente dalla maggioranza che lo sostiene. Inserire l’Italia che è il sud dell’Europa, da cui è separata fisicamente dalla barriera alpina e che perciò deve essere resa permeabile con un sistema di trafori ferroviari e stradali di cui la Tav è l’emblema, è un’urgenza improcrastinabile. Per questi motivi al più presto il governo deve dotarsi di un piano strategico delle grandi opere. Da oltre un anno l’attuale governo biascica sulla questione infrastrutturale sempre con il peccato originale del proprio retroterra politico culturale che è profondamente contrario ad esse e ciò a prescindere.
Il governo dovrebbe capire viceversa che, se anche al Sud costruiamo una società più aperta, essa inevitabilmente nascerà dalla realizzazione delle grandi opere, ma anche i piccoli interventi di natura manutentiva come acquedotti, fognature, sistema idrogeologico e urbanizzazioni saranno più coerenti e curati. Sono passati quasi vent’anni dal più recente piano italiano dei grandi investimenti strutturali sostenuto da una legge seria: la legge obiettivo con lo scopo di modernizzare e unificare l’Italia. Fra l’altro se vogliamo che il turismo riprenda le vie della nostra penisola dobbiamo costruirle.
Non è casuale se il Paese a noi più simile in Europa, la Spagna sia diventato la seconda meta più visitata al mondo dopo gli Usa, proprio nel momento in cui in Italia i turisti diminuiscono in modo clamoroso. Dicono le previsioni quest’anno nel Bel Paese saranno due milioni in meno. Ma la Spagna ha costruito l’alta velocità, ha realizzato una rete autostradale capillare, ha i termovalorizzatori e anche le centrali nucleari. Il governo deve dare continuità ai progetti che sono i nodi e le aste della rete di comunicazione, la Tav deve essere sostenuta con chiarezza, il Ponte sullo Stretto di Messina deve essere realizzato, l’alta velocità deve arrivare a Palermo.
Il Sud deve avere servizi e non sussidi, ma i primi servizi che lo stato deve offrire dopo quelli per la salute e l’educazione sono proprio quelli relativi alla mobilità. Certo è difficile sperare che questo governo abbia coscienza di quanto sia importante per l’Italia costruire le infrastrutture che innanzitutto la uniscano eliminando questa insopportabile diversità fra un Nord moderno e funzionale ed un Sud arretrato ed inefficiente.
Devono essere i meridionali a pretendere che lo Stato passi dal reddito di cittadinanza al diritto di cittadinanza che significa servizi standard, di tipo nordico. Perché ai meridionali deve essere preclusa la possibilità di poter utilizzare l’alta velocità, di poter smaltire i rifiuti in modo serio, moderno, decoroso, di avere strade veloci e sicure, porti accoglienti ed attrezzati, un ponte che unisca fisicamente la Sicilia al Continente? Questo è il diritto di cittadinanza al Sud così com’è riconosciuto al Nord. I meridionali devono insorgere contro l’omologazione al malgoverno che blocca ogni importante iniziativa al sud perchè diventa appannaggio della mafia. Qualsiasi cantiere al Sud è indicato subito come un luogo dove combinare le più turpi malefatte a danno dello Stato. Basta con questa narrazione, ognuno faccia il suo mestiere, i ladri devono essere messi in galera, le leggi ci sono per perseguire i delinquenti, basta applicarle ed essere seri in ogni fase del complesso iter realizzativo delle opere: dal progetto alla costruzione.