Il Vaticano: «La morte di Noa è una grande perdita per l’umanità. La vita non si tocca»

5 Giu 2019 13:28 - di Redazione
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«La morte di Noa è una grande perdita per qualsiasi società civile e per l’umanità. Dobbiamo sempre affermare le ragioni positive per la vita». È il commento del Vaticano, sotto choc, sulla drammatica vicenda della diciassettenne olandese che ha scelto la strada della morte assistita (prevista nei Paesi Bassi dal 2001 anche per i minorenni) che ha sconvolto e commosso il mondo. Nel mirino del tweer della Pontificia Accademia per la Vita la tendenza crescente dell’Europa a cedere alla “non cultura” della morte.

Eutanasia, il Vaticano: la vita è intanginile

«È una grande sconfitta dell’intera società, particolarmente della società europea», commenta il presidente della Pav, monsignor Vincenzo Paglia. «Pur non facendo notizia è drammatico il fatto che la seconda causa di morte dei giovani in Europa sia il suicidio – scrive il prelato – per questo io chiedo un sussulto di responsabilità a tutti, nessuno escluso». «L’Europa – aggiunge – vuole escludere i giovani dal proprio orizzonte? In Italia si potrebbe arrivare a questo? Mi auguro si salga e non si scenda», incalza riferendosi al dibattito italiano che divide l’opinione pubblica e alla presentazione di una legge a firma Leu, condivisa dal presidente Roberto Fico, per legalizzare l’eutanasia sulla scorta dell’Olanda che ha fatto da apripista. Nel 2017 secondo fonti indipendenti oltre 6.580 persone sono state private della vita in questo modo ha sottolineato Vatican News, mettendo in risalto le parole del Papa sulla “dolce morte”. «Senza una speranza affidabile che lo aiuti ad affrontare anche il dolore e la morte, l’uomo non riesce a vivere bene e a conservare una prospettiva fiduciosa davanti al suo futuro», aveva detto papa Francesco denunciando il processo di secolarizzazione che assolutizzando i concetti di autodeterminazione e di autonomia, ha comportato in molti Paesi una crescita della richiesta di eutanasia «come affermazione ideologica della volontà di potenza dell’uomo sulla vita. Per il Magistero la vita umana, dal concepimento fino alla sua fine naturale, possiede una dignità che la rende intangibile» .

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