Immigrato marocchino cosparge di benzina la figlia e tenta di darle fuoco
Una violenza inaudita. Da una parte l’odio, dall’altra la paura. Il padre, un immigrato marocchino, integralista islamico. La madre, una donna che ha paura di denunciare le violenze. La figlia quindicenne, una ragazza desiderosa di essere come le altre amiche. Libera di vestirsi all’occidentale. Vivono ad Arcade, piccolo comune in provincia di Treviso, dove tutti si conoscono. La famiglia è arrivata 22 anni fa in Italai, ma il padre non si è mai integrato. Vuole che la figlia sia ligia alle regole ferree dell’Islam. Obbedienza totale. Si susseguono le liti, la tensione è alta, cresce la rabbia. Fino al punto di non ritorno: lo scontro avviene sulla lunghezza delle maniche di un vestito. L’uomo diventa furibondo, accecato dall’ira. Insegue la figlia fino alla sua camera da letto con una tanica di benzia. La cosparge completamente di liquido infiammabile e carca di dare fuoco ai vestiti che lei indossa. Per fortuna l’accendino si inceppa e il marocchino non riesce ad appiccare le fiamme e ad uccidere la ragazza. A quel punto la madre non ha più nascosto le violenze del marito e si è rivolta ai servizi sociali. Il marocchino è stato arrestato, la moglie e la figlia sono state portate in un centro protetto.