In Russia pronti a fabbricare bambini geneticamente modificati. L’Oms: «Inquietante»

11 Giu 2019 15:56 - di Federica Parbuoni

Non solo in Cina. Anche in Russia ci sarebbe uno scienziato pronto a creare bambini geneticamente modificati. A denunciarlo è stata la rivista Nature, spiegando che «il biologo molecolare Denis Rebrikov ha detto che sta pensando di impiantare embrioni geneticamente modificati in alcune donne, forse entro la fine dell’anno, se prima riuscirà a ottenere l’approvazione».

Il precedente cinese

Quello portato avanti da Rebrikov sarebbe il secondo caso al mondo – di cui si è avuta notizia – di esperimenti del genere. Il primo, che suscitò una fortissima protesta internazionale, è stato quello del cinese He Jiankui. A novembre annunciò di aver creato due gemelline geneticamente modificate, i primi essere umani Ogm al mondo. L’esperimento di Rebrikov, ha rivelato il giornalista scientifico David Cyranoski su Nature, «riguarderà lo stesso gene, chiamato Ccr5» usato dai cinesi. Il biologo molecolare russo, però, ritiene che «la sua tecnica offrirà maggiori benefici, porrà meno rischi e sarà più eticamente accettabile per il pubblico». «Rebrikov – si legge ancora – progetta di disabilitare il gene che codifica una proteina, che consente all’Hiv di entrare nelle cellule, in embrioni che verranno impiantati in madri sieropositive, riducendo il rischio che trasmettano il virus al bambino in utero».

Lo scienziato: «Sono abbastanza pazzo da farlo»

«Sono abbastanza pazzo da realizzare tutto questo», ha detto lo scienziato a Nature. Rebrikov dirige un laboratorio di “genome editing” presso la più grande clinica per la fertilità della Russia, il Kulakov medical center di Mosca per l’ostetricia, la ginecologia e la perinatologia. È inoltre ricercatore presso l’Università Pigorov per la Ricerca medica, anch’essa con sede a Mosca. Secondo quanto riportato da Nature, Rebrikov ha già un accordo con un centro moscovita per l’Hiv per reclutare donne infette che vogliono prendere parte all’esperimento.

Preoccupazione nella comunità internazionale

Gli scienziati e i bioetici contattati da Nature si sono detti «turbati dai piani di Rebrikov». «La tecnologia non è pronta», ha detto Jennifer Doudna, biologa molecolare dell’Università di Berkeley in California e pioniera del sistema di editing genomico Crispr-Cas9, che Rebrikov intende utilizzare. «Non è sorprendente, ma è molto inquietante», ha poi aggiunto. Per Robin Alta Charo, professoressa di Diritto e Bioetica all’Università del Wisconsin-Madison, i progetti di Rebrikov non rappresentano un uso etico della tecnologia. «È irresponsabile continuare con questo protocollo in questo momento», ha avvertito Charo, membro del comitato dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che sta formulando politiche di governance etica per l’editing del genoma umano.

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