La flat tax resta un’illusione: le coperture negate da Tria indeboliscono Salvini
Salvini resiste, ma gliene stanno facendo troppe. Ora, chissà chi la racconta giusta sull’abbandono, ieri mattina, del vertice di governo sull’economia, ma certo non ne è uscito contento. Non per le questioni giudiziarie che tornano a galla sul caso Arata. Ma per il rischio di apparire come uno che promette la rivoluzione del buonsenso senza riuscire a mantenere la parola.
E’ la flat tax la spina che trafigge il cuore del Capitano. Di fronte si trova un muro. Da una parte Di Maio finge di aiutarlo nell’eterna partita di scambio sulle misure da adottare. Dall’altra gli spadaccini Conte e Tria che continuano a ripetere la litania: non ci sono coperture per finanziare la riduzione delle tasse. Al solito: l’Europa non ce lo permette.
A mani vuote
Ma neanche Salvini si può permettere di ripresentarsi davanti agli italiani a mani vuote. La flat tax è una misura che ha sottoscritto sia col centrodestra nella campagna elettorale per le politiche che nel contratto di governo con i Cinquestelle. E tutto può fare, il leader della Lega, tranne che apparire come uno dei tanti che ingannano gli elettori. Però, egli sa anche che stavolta la partita non è solo “contro” Tria, che è forte del sostegno del premier Conte e soprattutto del presidente della Repubblica, Mattarella. Vincere è davvero complicato per Matteo. La partita di Palazzo è più difficile di quella in mezzo al popolo.
Passate le europee…
Del resto, la situazione non è certo tra le migliori da spiegare. Aver fatto balenare l’idea di voler tassare i risparmi custoditi nelle cassette di sicurezza non è stata una genialità. Se a questo aggiungiamo i risultati non esaltanti dei soldi spesi per il reddito di cittadinanza non c’è da gioire. Tanto più che anche quota 100 è stata un’altra misura ad impatto limitato.
Superato lo scoglio delle elezioni europee c’era chi giurava, negli ambienti governativi, che le difficoltà sarebbero terminate. E invece nessuno dei partner fagocitati dal risultato delle urne pare disponibile a concessioni per andare alla guerra con Bruxelles sull’eventuale sforamento in deficit della manovra. Eppure, le tasse sono il primo argomento sensibile nella testa (e nelle tasche) dei cittadini italiani.
Deve essere stato durissimo sentirsi dire che la Flat tax è un’utopia, stando al racconto che è stato fatto delle parole di Tria. Il che, sommato ad esempio ai danni provocati ai contribuenti dall’aumento delle tasse locali – consentito da questo governo – non induce a confidare sulle capacità di realizzazione dell’esecutivo.
E nelle orecchie di Salvini tornano a ronzare le domande dei maggiorenti della Lega: “Con questi qui che ci stiamo a fare?“. In fondo, il problema è tutto qui. I comizi sono finiti e ora il largo risultato elettorale deve trovare soddisfazione negli atti di governo. Ma se il premier nasconde la carte nella trattativa con l’Unione europea e se il ministro dell’economia toglie ogni possibilità di ridurre il carico fiscale, il gioco si chiude male. E Salvini fa la parte del debole della compagnia, nonostante i voti. Un peccato mortale, in politica.
La rivoluzione di domani – oggi è già passato – la facciamo dopodomani, pare di capire.
Con tanti saluti a chi ci aveva creduto.
Domanda: da leccarsi le orecchie: come si fa ad abbassare le tasse sulle persone fisiche o aziende, quando questo Stato straccione e spendaccione è sempre alla canna del gas per mancanza di risorse e aumenta il debito pubblico di anno in anno ???????
Finiamo di coglionare i cittadini, cerchiamo di essere seri e tagliamo la spesa corrente con la mannaia. Abbiamo il record della Galassia come pressione fiscale diretta ed indiretta, ogni nuova tassa fa perdere del gettito.