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©Sebastien Muylaert/Wostok Press/Maxppp
France, Paris
11/01/2015
Mette Frederiksen arrives at international meeting against terrorism at the Interior Ministry in Paris three days of terror that ended on 10 January saw 17 people killed in attacks that began with gunmen invading French satirical magazine Charlie Hebdo and continued with the shooting of a policewoman and the siege of a Jewish supermarket
©Sebastien Muylaert/Wostok Press/Maxppp France, Paris 11/01/2015 Mette Frederiksen arrives at international meeting against terrorism at the Interior Ministry in Paris three days of terror that ended on 10 January saw 17 people killed in attacks that began with gunmen invading French satirical magazine Charlie Hebdo and continued with the shooting of a policewoman and the siege of a Jewish supermarket

La sinistra danese vince a destra sull’immigrazione. Senza la Boldrini…

Il corsivo - di Francesco Storace - 6 Giugno 2019 - AGGIORNATO 6 Giugno 2019 alle 17:40

Il sol dell’avvenire tramonta in Italia e albeggia in Danimarca. Qui viene le elezioni una sinistra profondamente diversa da quella italia. La capeggia una donna che non si chiama Laura Boldrini. Si chiama Mette Frederiksen ed ha avuto coraggio. Due i temi di attacco con cui ha sconfitto la coalizione uscente, quella liberale: più stato sociale, e ci sta. Ma anche fermezza contro l’immigrazione clandestina. In Danimarca non devono dar retta a Gad Lerner e a Roberto Saviano, il marcio sta nella sinistra italiana.

Il governatore toscano con l’amaro in bocca

Basti pensare alle prime reazioni dell’estremismo rosso, a partire dal vicino di casa dei Rom, Enrico Rossi, presidente della Toscana che mastica amaro. “Una vittoria a metà perché in tema di immigrazione la sinistra ha accettato le politiche della destra”. Capito: quelli che perdono un’elezione dopo l’altra spiegano a chi le vince come restare all’opposizione anziché governare.
Non passa il vecchio vizio di considerarsi migliori degli altri. A questa sinistra italiana – che Zingaretti vorrebbe rimettere insieme – continua a sfuggire il tema dell’insicurezza percepita con il dilagare dell’immigrazione.

Zingaretti vada in Danimarca a vedere…

Eppure, da noi non mancano certo gli episodi – ormai quotidiani – che dovrebbe indurre più d’uno a riflettere da quelle parti sulla portata devastante delle politiche seguite finora da Pd e soci. Ma è più forte di loro: ormai si sono infilati in un tunnel senza uscita per cui gli italiani vengono sempre dopo gli stranieri.
Se la faccia un viaggio in Danimarca, il segretario del Pd, e scoprirà che c’è un pezzo di mondo a sinistra in cui non si ha paura di decidere per politiche che mettano in sicurezza anzitutto i propri connazionali. Qui invece si va sempre a far pessima pratica di demagogia senza rendersi conto del male che si vorrebbe fare all’Italia. Chissà se arriverà una sinistra “danese” dalle nostre parti: magari diventerebbe democratica per davvero e più rispettosa degli avversari. In fondo la signora Frederiksen ha vinto così.

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6 Giugno 2019 - AGGIORNATO 6 Giugno 2019 alle 17:40