L’addio di Totti: «Meglio morire che staccarmi dalla Roma. Vado via perché fuori da tutto»
«Era meglio morire che staccarmi dalla Roma. Ma vado via perchè in società mi tenevano fuori da tutto»: più che un addio è un arrivederci quello di Francesco Totti ai tifosi. Mentre è un chiarissimo, gigantesco “Vaffa” alla proprietà americana e alla dirigenza asserragliata a Trigoria. Totti usa il microfono che Giovanni Malagò gli ha messo a disposizione nel Salone d’Onore del Coni come e meglio di una clava. Lo fa per demolire la attuale gestione della As Roma e per mettere all’indice l’incapacità di Jim Pallotta e di quello che tutti indicano come il suo storico “nemico”: Franco Baldini. “Alle 12.41 del 17 giugno 2019 – scandisce subito l’ex capitano giallorosso – ho mandato una mail al Ceo della Roma dove scrivo un po’ di parole per me impensabili, inimmaginabili. Ho scritto: ho dato le mie dimissioni con l’As Roma, speravo che questo giorno non ci fosse mai stato, invece è arrivato questo fatidico giorno che per me è molto brutto e pesante“. Nonostante l’ovvia emotività del momento e l’incursione affettuosa di Enrico Lucci, Totti s’è sempre mantenuto calmo e sereno. Ma, certo è che il suo atto d’accusa non avrebbe potuto essere più pesante e più circostanziato: “Non ho avuto mai la possibilità di esprimermi, non mi hanno mai coinvolto in un progetto tecnico. Il primo anno ci può stare, il secondo avevo già capito cosa volevo fare e non ci siamo mai trovati, mai aiutati l’uno con l’altro, anche perché sapevano la mia voglia di poter dare tanto a questa squadra e a questa società. Ma loro non hanno mai voluto, mi tenevano fuori da tutto”. Con tanti saluti alla narrazione che nelle ore precedenti la conferenza stampa hanno cercato di veicolare dalla società. Che adesso dovrà pure spiegare (ma lo farà mai?) anche la storia del possibile ingaggio di Antonio Conte, fresco di contratto con l’Inter. Dopo aver infatti chiarito che l’ex juventino è stato l’unico allenatore da lui chiamato (il resto è fantascenza!) Totti ha spiegato: “Di Conte ne avevamo parlato io e Fienga prima che Pallotta lo sapesse, ho detto a Guido che era l’unico che può cambiare la Roma in questo momento e lui ci aveva dato l’ok. Lo abbiamo sentito e visto parecchie volte, poi ci sono stati dei problemi e purtroppo ha cambiato idea“. Gatta difficilissima da pelare, questa rivelazione, per i dirigenti giallorossi. Impossibile da spiegare ai tifosi. Ai quali Totti rivolge le sole parole di affetto, invitandoli a tifare la squadra sempre e comunque e promettendo che con un’altra proprietà è “pronto a tornare”. Dopodichè dà a tutti appuntamento allo stadio “con l’amico De Rossi: «Ma in Curva Sud!».