L’Anpi rasenta il patetico: se la prende anche con il carabiniere eritreo ed eroe
«Ibrahim Alì ha un passato non conforme». All’Anpi non stanno bene. I partigiani chiedono di rimuovere la targa con cui è stata intitolata a Monguzzo (Como) una via all’eroe della seconda guerra mondiale distintosi nella battaglia di Cheren (Eritrea), avvenuta il 17 marzo 1941. La battaglia vide l’atto eroico che valse la Medaglia d’Argento al Valor Militare allo Sciumbasci Capo (Maresciallo Aiutante) del Gruppo Carabinieri di Eritrea, Ibrahim Alì. Sì, devono stare male all’Anpi se hanno paura di un carabiniere eritreo. La battaglia di Cheren fu uno scontro tra le truppe italiane e le forze britanniche e del Commonwealth Ibrahim Alì venne insignito per l’eroica resistenza contro gli inglesi con la seguente motivazione: “Valorosissimo, fedelissimo e sempre alla testa dei suoi Zaptiè. Ferito gravemente in combattimento, continuava ad incitare i suoi uomini alla resistenza”. Può far paura solo all’Anpi uno così. La medaglia d’argento gli fu conferita dall’allora presidente della Repubblica italiana Luigi Einaudi.
L’Anpi: «Quella targa va rimossa»
Il segretario della sezione locale dell’Anpi Mario Emilio Rigamonti – leggiamo su La Verità – preso da furore ideologico non ci sta, vorrebbe far rimuovere targa ed intitolazione della via con la risibile, patetica motivazione che Ibrahim ha un «passato non conforme». «Era un collaborazionista pagato dal Governo di Mussolini per fare la guerra. Non ha senso quella intitolazione in un paese democratico». Da ridere. Come se Einaudi non fosse stato un democratico. Il sindaco di Monguzzo, Sangiorgio, aveva accolto un’iniziativa della sezione di Lurago d’Erba dell’Associazione Nazionale Carabinieri in Congedo, che il suo segretario locale, Carlo Colombo motivava con la volontà di richiamare uno storico rapporto Italia-Eritrea, ricordato ancora oggi dagli stessi eritrei. L’Anpi vorrebbe rinfacciare a Ibrahim Alì di essere stato un carabiniere?
Persino Churchill ne riconobbe il valore
I poveri partigiani dell’Anpi non si rendono conto della figura barbina. In qualche misura danno del fascista anche a Luigi Einaudi, uno dei padri della democrazia italiana a cui tanto si richiamano quelli dell’Anpi. «Se ne facciano una ragione – attacca il segretario dell’Associazione Nazionale Carabinieri, prenendoli in giro – I partigiani volevano un libertà ben diversa da questo fascismo di sinistra per cui è impossibile avere idee diverse dalle loro». Aggiungiamo il fatto notota tutti che lo stesso Churchill lodò il valore del nemico italiano a Cheren. Il che rendere la figuraccia dell’Anpi ancor più macroscopica.
Dopo settant’anni i partigiani combattenti sono scomparsi. Questi sono propagandisti attaccati alle poltrone!
Gli “eterni” partigiani (pare non muoiano mai, anzi: aumentano a ogni 25 aprile!) sono in verità dalla parte dei neri, ma solo delle odierne “truppe da sbarco”, non degli zaptiè d’annata. Eppoi ‘sto nero pare essere nero due volte: di fuori e di dentro, troppo per un komu-stalinista! È un poco come con gli ebrei: per i compañeros sono buoni (e utili) solo quelli morti, i sopravvissuti e viventi li fischiano e li cacciano, pure in malo modo, dai loro cortei…
L’ A.ssocizine N.azionale P.overi I.mbecilli non sa più dove attaccarsi per rompere le scatole….; ma , d’altronde, cosa si può pretendere dagli I.mbecilli???
L’Anpi va sciolta per palese inutilità.