L’attore di “Un posto al sole” picchiato da 10 immigrati: «Si sono accaniti contro di me»
Malmenato in stazione da una decina di extracomunitari ubriachi. È la brutale aggressione subita dall’attore Walter Melchionda, il vigile Cotugno della popolare soap Un posto al sole. A raccontarla è stata lui stesso sulla sua pagina Facebook. L’episodio si è verificato mentre aspettava il pullman per andare a Napoli, alle 5.30 del mattino, in una stazione identificata come quella di Sicignano degli Alburni, in provincia di Salerno.
Schiaffi e insulti dagli stranieri ubriachi
«Una brutta esperienza che ha messo a dura prova il mio orgoglio», ha scritto Melchionda, che a quell’ora in stazione era solo. L’attore si era fermato davanti al bar ad aspettare il bus. «Arrivano una decina di extracomunitari ubriachi, iniziano a guardarmi e ridere. Uno si avvicina, mi tira uno schiaffo e, ridendo, mi insulta “quant’ è bell u dottor”», si legge nel racconto turbato dell’attore. Ma uno schiaffo non basta. Gli stranieri si accaniscono contro quell’unico passeggero mattutino. Così, dopo il primo ceffone «me ne tira un altro». «In quel momento – si legge ancora nel post – per fortuna non ho fatto prevalere il mio istinto di reagire. Ho avuto autocontrollo, pensando che se avessi reagito probabilmente per me sarebbe stata la fine: mi avrebbero massacrato di botte».
«La prima volta che ho avuto paura»
Attimi terrorizzanti, dunque, durante i quali Melchionda è riuscito comunque a mantenere la lucidità di allontanarsi senza reagire: «A quel punto mi sono alzato piano piano e me ne sono andato, ma loro tutti soddisfatti a ridere e insultarmi». «La prima volta che mi è capitato… una brutta esperienza veramente, la prima volta che ho avuto paura…», scrive ancora il “vigile Cotugno”, sottolineando che «io non sono razzista assolutamente, sono per l’integrazione, quindi queste persone vanno integrate e non rinchiuse nei ghetti». Epperò, bisogna anche «verificare se tra di loro ci sono delinquenti…». «Immaginate se al posto mio – conclude l’attore – c’era una ragazza che andava a scuola».