Le toghe rosse contro Salvini: Lega razzista, le liste di proscrizione non ci spaventano
”Dalla crisi della democrazia rappresentativa si è generata nel nostro paese l’esperienza del governo ‘giallo verde’. Da tempo anche nel nostro Paese è, infatti, in atto una campagna di delegittimazione dei corpi intermedi, partiti tradizionali, sindacati, gruppi associati, additati alla opinione pubblica come centri di potere dediti alla cura di interessi particolari contro l’interesse generale. Questi argomenti sono stati utilizzati e sfruttati da entrambi i partiti oggi al governo”. Così il segretario di Area, la corrente delle toghe progressiste, Cristina Ornano, in un passaggio della sua relazione in apertura del Congresso nazionale.
“La Lega, partito di matrice leaderistica, declina la sua offerta politica in chiave nazionalista, sovranista, populista, razzista e xenofoba, con un ricorso ai media ed ai social in modo diverso, sebbene altrettanto efficace, di quanto faccia il suo alleato – ragiona Ornano – Il M5s, infatti, non esente anch’esso da spinte leaderistiche, trova la sua legittimazione nella base della piattaforma Rousseau e su un consenso tutto giocato sul terreno di una politica populista che si alimenta, al pari di quanto fa quella del suo alleato, della contrapposizione a presunti centri di potere ed alla casta, asseritamente a vantaggio della variegata categoria degli esclusi, degli scontenti, dei delusi, alimentata dal richiamo anche qui dei temi della sicurezza e della frontiera”. La conseguenza di questo quadro è che il Parlamento, sembra essere ”sempre meno quel luogo, disegnato dalla Costituzione repubblicana, di confronto e di sintesi tra le diverse opzioni politico-culturali, per assumere sempre più spesso un ruolo notarile di ratifica di decisioni già prese dal Governo o, peggio, in taluni casi, altrove” dove ”opposizione e minoranze sono totalmente esautorate dalle maggioranze, le quali non si confrontano con le minoranze alla ricerca di una sintesi, come si conviene in una democrazia, ma perseguono e danno attuazione al programma del Governo”.
L’attacco al governo e in particolare al vicepremier Matteo Salvini si concentra quindi sulle polemiche degli ultimi giorni e cioè sulle critiche rivolte dal Viminale ai magistrati pro-migranti che avrebbero boicottato le misure contenute nel decreto sicurezza. Un punto toccato da Cristina Ornano nella sua relazione: “Le liste di proscrizione non ci spaventano. Perché ne faremo parte in tanti e nessuno sarà lasciato solo” . E ancora: ”Continueremo ad intervenire nel pubblico dibattito sui temi della Giustizia e sui diritti – assicura – con la serena convinzione che ciò, che abbiamo sempre fatto nel rispetto che il nostro ruolo istituzionale ci impone, non lede in alcun modo la nostra imparzialità, ma arricchisce il dibattito culturale con il nostro qualificato contributo”.
Non meno pesanti le parole dell’ex procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati che a margine del congresso ha commentato l’iniziativa di Salvini: “Salvini può percorrere tutte le vie giurisdizionali ma quello che non è consentito è intervenire per valutare le opinioni dei magistrati”. I magistrati – ha aggiunto – ”hanno le loro idee, l’importante è che siano imparziali nei casi sui quali siano chiamati a decidere”.