L’elettorato cattolico è ancora a caccia di un riferimento politico
I cattolici hanno votato per la Lega di Salvini nonostante la freddezza di Papa Francesco?
Non è affatto questa la domanda principale da porsi nel commentare una recente indagine condotta da IPSOS per il quotidiano “Avvenire“.
La prima evidenza che balza agli occhi è data dalla altissima (45,7%) percentuale di astensioni che ha permeato questo universo in occasione del rinnovo del Parlamento europeo.
Bandiera bianca
Eppure le condizioni per una convinta partecipazione c’erano tutte. A cominciare dal forte segnale che poteva essere dato da un continente che ospita la capitale universale del cattolicesimo e che non poco è stato preso di mira dalle parti più estreme dell’integralismo islamico.
Ebbene, l’alzare – di fatto – una bandiera bianca non è stato di certo un segnale incoraggiante. Perché questo mondo non è stato affatto chiaro in ordine alle proprie pulsioni comunitarie, che invece sarebbe stato assai opportuno articolare in una Comunità che – oggi- è del tutto chiara solo in ordine agli aspetti economici e finanziari del suo essere, essendosi esclusivamente concentrata sulla moneta, sulla “roba” anti-cristiana. Invece di dedicarsi alle parti socio-assistenziali e di welfare, più vicine a quelle sensibilità.
Fatte queste premesse, si può ragionare in ordine alle scelte operate da quel 54,3% di cattolici praticanti che si è recato a votare.
Per ora con la Lega
Ebbene, nonostante la permanenza a tutto tondo della freddezza delle Gerarchie (con S. Santità Francesco che non perde occasione per distanziarsi dalle politiche di Matteo Salvini, ritenute poco accoglienti, il “fratello” che ha bisogno di aiuto e che va accolto senza “se” e senza “ma”) verso questo governo e verso la Lega, è stato proprio il partito di Salvini – con il 34,3% delle scelte – a prevalere tra tutti gli osservanti. Dietro si è piazzato il PD (tra il 21 e il 25%), seguito dal M5S (14-18%), da FI (8-9%) e FdI (6-7%). Nando Pagnoncelli, patron di IPSOS, commentando il lavoro del suo Istituto, ha tentato di scattare una foto simbolica del leghista-doc, descrivendolo come: “un operaio del Nord, iscritto alla CGIL, che va a messa la domenica”.
Un insieme di caratteristiche, questo, che segna tutta intera la difficoltà di comprensione con i vecchi schemi di quello che sta avvenendo nella nostra scena politica e che neppure le parti più sensibili del mondo cattolico riescono a intercettare.