Lerner, il damerino contro i populisti ignoranti… Ma gli ascolti scendono sempre più giù

25 Giu 2019 14:38 - di Redazione

Continua a perdere ascoltatori il programma di Gad Lerner su Rai3, L’Approdo, che lunedì sera ha avuto il 3.9 di share (contro il 4.1 della puntata precedente). Ma il conduttore non se ne cura più di tanto, e continua imperterrito ad impartire le sue lezioni antigovernative mettendo nel mirino i nemici di sempre.

Nella puntata di lunedì 24 giugno, infatti, Lerner ha  parlato dell’ignoranza al potere e del linguaggio populista con l’aiuto dello storico Sergio Luzzatto e dell’esperto di social media Alex Orlovsky: ha cominciato con l’omaggio alla tomba di Dante per finire con l’equazione linguaggio populista uguale squadrismo. La conclusione dunque è sempre la stessa: il fascismo può tornare e può farlo perché sui social il cosiddetto “popolo” – manovrato da oscure centrali che chiamano all’azione legioni di troll – usa ormai un linguaggio d’odio che si nutre di insulti vari – buonisti, zecche, radical chic – e di antipatie manovrate ad arte (vedi le critiche a Laura Boldrini).

Questo popolo, ci tiene anche a precisare Lerner, è un popolo dove i laureati sono in numero talmente esiguo da essere messi a tacere dalle orde sovraniste. Quest’ultime poi sono incoraggiate da politici come Salvini che dice parolacce nei comizi e in conferenza stampa e dai grillini allevati nell’atmosfera dei memorabili vaffa-day di Beppe Grillo. Il loro linguaggio è un concentrato venefico, olio di ricino versato via social invece che in bocca al nemico…

Duro attacco al programma La Zanzara

In mezzo al programma, un duro attacco a Giuseppe Cruciani e David Parenzo e alla loro trasmissione La Zanzara, che si compiace di un linguaggio scurrile e volgare anche se – chiosa Lerner – siamo su Radio 24, sulla radio della Confindustria, di quella che dovrebbe essere l’élite del Paese. E come mai questa élite si affida al duo Cruciani-Parenzo? Un killeraggio condotto con maestria e con astuzia, ha commentato il giornalista Michele Anselmi, contro una trasmissione che comunque non è pagata dal pubblico come la Rai dalle cui tribune Lerner continua a pontificare…

Ma c’è nel suo ragionamento qualche punto debole che vale la pena sottolineare: il linguaggio politico da tempo ormai si nutre di semplificazioni, e anche la sinistra ne fa largo uso. Inoltre il paradigma di fondo dei social comporta l’annullamento delle distanze: l’operaio e il ministro, i loro post e le loro proteste, le loro torte di compleanno, i loro micetti o cagnolini, i loro bagni in mare o alle terme hanno esattamente lo stesso valore anche se la forza comunicativa è, ovviamente, diversa. Dunque, se un politico volesse mantenere le distanze, dovrebbe proprio evitare i social anziché averci a che fare.

C’è stato poi un aneddoto citato da Gad Lerner: gli operai che andavano a sentire i comizi di Togliatti tornavano tutti contenti proprio perché ne apprezzavano il linguaggio erudito e forbito. Oggi accade l’esatto contrario. La domanda da porsi è un’altra: oggi gli operai andrebbero a un comizio del capo dei comunisti o a un comizio di un leader sovranista? La risposta la fornisce lo stesso Lerner quando intervista nella sua trasmissione, trattandolo come un eroe, quel passeggero che denunciò la capotreno che aveva invitato i rom a scendere dalla carrozza perché avevano “rotto i coglioni” con il loro accattonaggio molesto. Ecco, tra una sinistra che difende il passeggero denunciante Raffaele Ariano e un populismo che si schiera con la capotreno a chi darebbero ascolto gli operai? Non è così difficile rispondere, e neanche è difficile rendersi conto che non è una questione di linguaggio o di mancanza di titoli di studio  ma solo, semplicemente, di aderenza alla realtà.

Commenti

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  • Michele Tampier 26 Giugno 2019

    Quando già strepita dallo strapuntino di Telekabul, poi come ospiti ha alcuni personaggi della sedicente intellighenzia gauche caviar, per giunta,suoi correligionari, più che parlarsi addosso non sono in grado di produrre ed anche l’operaio, quello che girava con l’Unità spiegazzata che alla Domenica usciva con l’Unità piegata artisticamente dalla tasca della giacca “buona”al mitico bar Sport sulla piazza del paesotto, dove coi “compagni” tracannava il bianchino rituale,… l’operaio di quel tipo, non esiste più, il bacino elettorale è formato dai neo pseudopartigiani dell’ANPI, dai pensionati mononeurali exPCI e qualche schizzato/a del M5S alla ricerca del partito perduto e partito…….