L’Istat smaschera il governo. C’è poco da esultare: tasse record, italiani tartassati
Siamo un popolo di tartassati. E non è vero, come spesso ripetono alcuni esponenti del governo, che la pressione fiscale sia calata. Al contrario, nei primi tre mesi del 2019, l’incidenza delle tasse sul reddito di ciascun italiano è risultata del 38 per cento, cioè in aumento di 3 decimali li rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. È il dato più alto dal 2015. a certificarlo è l’Istat. È vero, invece, che è in aumento, dopo i due cali consecutivi dei trimestri precedenti, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici, cresciuto dello 0,9 per cento rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti in termini nominali dello 0,2. Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari all’8,4 per cento, in aumento di 0,7 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.
Istat: indecenza delle tasse sul pil è ora al 38% (+0,3)
«Grazie alla frenata dell’inflazione – rileva l’Istat – il marcato recupero, si è trasferito direttamente in crescita del potere d’acquisto. La risalita del reddito si è tradotta in misura molto limitata in maggiori consumi, mentre è aumentata la propensione al risparmio». Significa che i consumatori non scommettono sulla ripresa economica e quindi non incentivano la domanda interna, presupposto indispensabile per un rilanci della produzione industriale. Migliora, invece, seppur lievemente (-0,1), l’indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche in rapporto al pil, che ora segna un 4,1 per cento.
È il dato più alto dal 2015
Il loro saldo primario, vale a dire indebitamento al netto degli interessi passivi, è risultato negativo con un’incidenza sul pil dell’1,3 per cento (-0,9 nel primo trimestre del 2018). Il saldo corrente – si legge ancora nelle rilevazioni dell’Istat, è stato anch’esso negativo, con un’incidenza sul Pil dell’1,6 per cento (-1,5 nel primo trimestre del 2018). Di conseguenza, l’incidenza del deficit del conto delle Amministrazioni pubbliche sul Pil è scesa lievemente rispetto al primo trimestre del 2018, in corrispondenza di una dinamica delle uscite di poco inferiore a quella delle entrate (con incrementi rispettivamente dell’1,4 e dell’1,6 per cento). Al capitolo imprese, l’Istat rileva che la quota di profitto delle società non finanziarie è scesa al 40,7 per cento, 0,6 punti percentuali più bassa rispetto al trimestre precedente. Il tasso di investimento del settore, pari al 21,1 per cento, è diminuito di 0,4 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.