M5S, De Falco ricorre contro l’espulsione. E si affida alla bestia nera dei grillini

21 Giu 2019 18:51 - di Massimo Baiocchi

Gregorio De Falco non molla. E porta avanti la sua battaglia giudiziaria per essere reintegrato nel gruppo al Senato del Movimento 5 Stelle. Espulso dal M5S scorso 31 dicembre con un post sul Blog delle Stelle, il capitano di fregata, ora nel gruppo Misto, ha impugnato il provvedimento. Ha citato in giudizio l’Associazione Movimento 5 Stelle – di cui Luigi Di Maio è capo politico – davanti al Tribunale di Roma. Che però ha dichiarato inammissibile il ricorso cautelare di De Falco contro l’espulsione dal gruppo M5S, sostenendo che questo è un organo del Senato e che pertanto sussiste l’autodichia parlamentare (ovvero quella prerogativa dei due rami del Parlamento di risolvere le controversie mediante organismo giurisdizionale interno).

De Falco in Cassazione

Assistito dall’avvocato Lorenzo Borrè, “bestia nera” dei grillini, De Falco ha deciso di rivolgersi alle Sezioni Unite della Cassazione. «Considerato che non c’è un organo di giurisdizione domestica indicato come giudice naturale precostituito per i casi di espulsione dal gruppo e che il regolamento del Senato non disciplina tali casi – spiega Borrè all‘Adnkronos – le Sezioni Unite sono chiamate a pronunciarsi per stabilire se il caso rientri nella giurisdizione del tribunale ordinario o non sia “giustiziabile” e quindi i parlamentari non abbiano alcuna tutela in caso di espulsione, anche se immotivata o adottata in assenza dei presupposti del regolamento del gruppo». «La decisione delle Sezioni Unite ci dirà se i gruppi parlamentari sono strutture autocratiche da cui si può essere espulsi anche senza valido motivo o se anche questi enti soggiacciono al controllo di legittimità dei provvedimenti di espulsione. La posta in gioco è altissima, e concerne due diverse idee di democrazia», rimarca il legale di De Falco.

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