Manovra, “questa moneta servono”, scriveranno Totò e Peppino a Juncker
Il vertice fatelo con Totò e Peppino, i fratelli Caponi. Perché la lettera da inviare all’Unione Europea rischia di assomigliare molto a quella alla famosa “signorina”. Diranno che vogliono ridurre le tasse, perché “questa moneta servono” e non si può ignorare che “quest’anno c’è stato una grande moria delle vacche“. Se continua così, stamane Giuseppe Conte dovrà sudare assai per convincere Salvini – tanto Di Maio annuirà – a concordare sulla risposta seria a Juncker e soci. Un premier che continua a ripetere di aver ricevuto, senza mostrarla, una lettera da un non meglio identificato fruitore del reddito di cittadinanza che “non mangiava una bistecca da sei anni“. Al massimo, otterrà il consueto calice per il brindisi in cui è specialista il presidente in carica della Commissione Ue.
Sul resto, Conte e i suoi vice sono ordinariamente in disaccordo su tutto. La parte del carro armato la fa il ministro dell’economia, Tria, al quale il premier deve aver garantito un salvacondotto dopo le liti di tempo fa. Come Draghi, anche Tria si allinea e dice che i “minibot sono una misura illegale e non necessaria”. Domanda Salvini: per pagare i debiti “che c’è di più intelligente e concreto?”.
Anche perché in Parlamento sono stati votati all’unanimità, sia pure in una mozione.
Su che cosa litigano a Palazzo Chigi
Torna alla carica il leader leghista: comunque nella manovra economica “voglio la flat tax“. E Tria, sempre lui, sbotta a ridere: “Ma se rischiamo di dover scassare l’economia con 23 miliardi in più per l’Iva!“. Si sveglia Di Maio e dice: “No, l’Iva no, e comunque prima di tutto il salario minimo orario“. “Bravo, gli risponde Salvini, e le imprese pagano. Sei pazzo”.
Questo è il clima nella maggioranza che deve chiedere all’Europa il permesso per andare in deficit se davvero si vogliono abbassare le tasse. Bisogna scrivere questa benedetta lettera in modo da evitare una risposta brutale. Anche perché nel solo mese di aprile il debito pubblico è aumentato di 14,8 miliardi rispetto a marzo risultando pari a 2.373,3 miliardi. E non c’è traccia di calo.
Sognano i nostri governanti, che vogliono restare in sella ma non si capisce a fare cosa.
E Meloni denuncia “l’enorme truffa”
In Europa ancora si chiedono a che cosa sono serviti i troppi miliardi per il reddito di cittadinanza in assenza totale di controlli. “Una enorme truffa”, l’ha bollato Giorgia Meloni. Una truffa che ogni giorno ci regala nuove sorprese su chi lo percepisce, tra rom, delinquenti e imbroglioni vari, ovviamente assieme a gente perbene, che però non va a lavorare.
Leggeremo, oggi o domani, il parto di governo che sarà spedito all’Unione Europea. Salvini ha promesso che ci dovrà essere scritto il diritto e il dovere di abbassare le tasse. Non resta che attendere.
Speriamo solo che alla fine della giostra tutto non si risolva semplicemente sbloccando la nomina del nuovo ministro (leghista) alle politiche comunitarie e del più importante commissario (leghista) nel governo dell’Europa. Perché se fosse così, sarebbe l’ennesima presa in giro che il nostro popolo davvero non merita.
Si vive alla giornata e quella “signorina” si deve accontentare di sole settecentomila lire dei fratelli Caponi. (“che scusate se sono poche”…).
negli anni 70 (per chi come me c’era) abbiamo assistito alla truffa dei mini assegni. oggi viene proposta una nuova truffa a base di mini bot. salvini la smetta di fare il bullo e abbia il coraggio di dire pubblicamente che “bambole non c’è una lira”. stacchi la spina e mandi a casa questa accozzaglia di parolai che hanno comprato il cervello a una svendita di mediashopping.