Meglio le calciatrici azzurre delle sguaiate femministe. Ma devono migliorare
Il calcio femminile, a quanto dicono, spopola negli ascolti di Sky che ha motivo di esaltarlo essendo orfana della serie A nonché della Nazionale maschile impegnata nell’Europeo (come pure l’Under 21) appannaggio esclusivo della RAI.
Quale che sia la ragione (e di certo il business non è secondario) salutiamo con piacere la crescente popolarità del calcio che non si potrà più dire “non è sport per signorine” (a proposito sui corner si marcherà “a uomo” o ” a donna”?) Di sicuro preferisco le ragazze in maglietta e pantaloncini alle sguaiate femministe post sessantottine alle attrici e attricette che accusano i molestatori solo a distanza di anni e a patto che siano ricchi e famosi. E poi mi piace vederle abbracciarsi in azzurro per aver fatto vincere l’Italia senza paura di essere tacciate di “bieco sovranismo”.
Brave, ma ancora non all’altezza
Tuttavia, non posso tacere una verità ineludibile per chi di calcio qualcosina capisce: lo spettacolo tecnico è veramente assai modesto e, al di là dell’impegno e della applicazione tattica ben studiata, decisamente inferiore a quello di una qualsiasi formazione maschile di dilettanti. La differenza tra il livello uomo/donna è assai più ampia rispetto a quanto avviene in altri sport di squadra, dal volley al basket per non parlare del tennis. E le speranze di miglioramento non sono ampie visto il livello tecnico anche di squadre come l’Australia e il Canada dove il soccer è da anni più praticato dalle donne che dagli uomini. Ben vengano perciò campionati e tornei al femminile e aumentino le appassionate ma, passata la giusta curiosità, sarà sempre più quello giocato dai maschi a continuare a fare del calcio lo sport più bello del mondo.