Messina, all’Universita’ censura “partigiana” contro l’ideologo di Putin
All’università di Messina hanno messo al bando la democrazia. Se non sei allineato al politicamente corretto, non parli. E se vieni da Mosca sei tacciato di smanie totalitarie. Poi, se spieghi che cosa vuol fare Vladimir Putin, ti perquisiscono pure la lingua e ti cacciano dall’ateneo.
E’ un gran peccato che mentre a La Sapienza sale in cattedra l’imputato Mimmo Lucano, nell’universita’ dello Stretto sia inibita la presenza del prof. Alexandr Dugin, docente universitario, che ha insegnato alla Statale di Mosca dal 2008 al 2014, mentre dal 2018 insegna a Shanghai. È pericoloso, hanno sentenziato le solite combriccole partigiane che ormai dettano legge pure negli atenei.
I compagni docenti…
Alexandr Dugin passa per essere l’ideologo di Putin, teorico dell’Eurasia e gli devono aver trovato persino qualche libro di Julius Evola. Risultato: bollato come nazista un tranquillissimo professore di filosofia.
Due associazioni messinesi – La Città Plurale e Il Vento dello stretto – lo hanno invitato per tenere oggi una Lectio magistralis proprio all’università. Ma i compagni docenti sono entrati in fibrillazione, spaventati da un comunicato di una sconosciuta Fiap (federazione italiana associazioni partigiane) che ha strillato al lupo. E i vertici dell’Accademia si sono calati le braghe revocando l’autorizzazione a parlare.
Dice Silvano Arbuse, tra i promotori dell’iniziativa: “E’ solo censura. Dugin non rappresenta politicamente nessuna parte politica italiana e le sue riflessioni filosofiche provocano un interessante dibattito trasversale che poteva solo arricchire l’attività culturale dell’Ateneo messinese”.
Ma l’università non tollera voci alternative. E qui sta il punto. Perché chi ha promosso la presenza di Dugin a Messina certo non si scoraggia e il filosofo sarà alle 17 all’hotel Royal. Fa però riflettere quanta strada occorra ancora percorrere per una democrazia compiuta nel nostro Paese.
Era l’accademia del Sapere
Se si vieta di parlare in un ateneo è un atto di gravità inaudita. Soprattutto se a vedersi tappare la bocca è un professore a cui nessuno può imputare alcunché se non la sua profonda cultura.
E’ l’ennesima figuraccia che ci tocca fare a causa del settarismo di una sinistra che oggi veste abiti veteropartigiani e domani chissà quali. Un atteggiamento assolutamente dispotico che non fa bene neppure alla crescita culturale del mondo universitario. Come se le teorie del professor Dugin fossero talmente gravi da scatenare chissà quali moti. È il rifiuto a capire persino che cosa succede nel mondo. Dovrebbe essere di interesse comune ascoltare la trasformazione del pensiero putiniano attraverso la voce di uno dei suoi maggiori interpreti e soprattutto quali possano essere le sue prospettive.
No, non dobbiamo sapere. È una bestemmia che a sostenerlo sia proprio l’Accademia, che al Sapere dovrebbe essere vocata. A Messina si fa così, evidentemente.
Questa storia va portata in Parlamento, perché bisogna capire se è normale impedire ad un prestigioso docente di poter fare lezione agli studenti. L’on. Ella Bucalo, deputata di Fratelli d’Italia e che viene proprio dalla provincia di Messina, ha pure usato parole durissime sulla censura dell’Universita’. E sarà il caso che venga chiamato a rispondere il governo perché atti del genere squalificano l’Italia e non solo chi ha preso una decisione così sciagurata.
NON SO SE SIA L’ACCADEMIA DEL SAPERE O DELL’IGNORANZA!!!. LA DEMOCRAZIA ESISTE ANCORA IN ITALIA? CHIEDETELO A QUEI DOCENTI IGNORANTI E INTOLLERANTI. SPARLANO TANTO DEL FASCISMO, MA TRA IL COMUNISMO E IL FASCISMO NON C’E’ DIFFERENZA. IL COMUNISMO HA FATTO TANTI DANNI E ANCORA OGGI TOLGONO LA LIBERTA’ DI PAROLA E NON SOLO,A COLORO CHE NON LA PENSANO COME LORO. E GLI STUDENTI COSA NE PENSANO? DOCUMENTATEVI RAGAZZI E PENSATE CON LA VOSTRA TESTA NON CON LA TESTA DI DOCENTI O PERSONE IGNORANTI CHE VOGLIONO INCULCARVI IL LORO CREDO CHE NON SEMPRE E’ LA VERITA’.
Si tratta dell’ ennesimo fascismo degli ANTIFASCISTI ! ! !
Tutto più che regolare…………dopo il ’68 la Dc ha lasciato ai comunisti (amici dell’URSS) la cultura, la scuola e l’Università…………ed oggi si vedono i frutti velenosi. Pensiero unico, solo maxista leninista, neanche un Pontefice può andare a parlare, figuriamoci un russo non allineato. Il Soviet dell’Istituto, mantenuto da noi con le tasse, ordina il silenzio è si deve ubbidire senza discutere……………questa è la Democrazia Leninista-Stalinista.