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Migranti, la Finanza blocca il “taxi” dei trafficanti: così li portano in acque italiane

Migranti, la Finanza blocca il “taxi” dei trafficanti: così li portano in acque italiane

Cronaca - di Luciana Delli Colli - 21 Giugno 2019 - AGGIORNATO 22 Giugno 2019 alle 11:47

«Un precedente molto significativo, che getta nuova luce sul traffico di esseri umani e sulle modalità di arrivo in Italia». Così fonti del Viminale hanno commentato un’operazione della Guardia di Finanza che ha consentito di accertare un traffico di immigrati clandestini in acque internazionali. Le Fiamme gialle hanno intercettato un peschereccio, presumibilmente libico, che ha trasportato in alto mare dei migranti, per poi trasbordarli su un gommone che aveva a traino. Il gommone ha fatto rotta verso l’Italia, mentre il peschereccio è tornato verso l’Africa.

L’inseguimento e il sequestro della “nave madre”

Sul barchino, condotto al limite delle acque territoriali italiane, c’erano 81 migranti. I trafficanti li hanno «abbandonato in precarie condizioni di sicurezza e fuggendo verso la Libia». A spiegarlo è stato Luigi Patronaggio, capo della Procura di Agrigento, competente per Lampedusa, dove i migranti sono stati fatti sbarcare. Al termine di un inseguimento durato qualche ora, poi, i finanzieri sono riusciti a raggiungere la “nave madre” e a sequestrarla. I militari hanno arrestato sette trafficanti sedicenti libici ed egiziani.

A Lampedusa sbarcati 100 migranti

Oltre agli 81 intercettati dalla Guardia di Finanza, a Lampedusa sono arrivati anche altri 19 migranti, approdati in due mini sbarchi da 12 e 7 persone. Gli investigatori stanno ora indagando per capire se siano connessi al caso del peschereccio. E sempre nell’ambito delle operazioni coordinate dalla Procura di Agrigento si registrano anche altri due arresti per traffico di esseri umani: si tratta di due tunisini fermati dalla squadra mobile e ritenuti «responsabili dell’ingresso in Italia di 43 immigrati.

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di Luciana Delli Colli - 21 Giugno 2019