Nel risiko delle nomine Ue strada in salita. Ci teniamo Juncker almeno fino a febbraio
Nel risiko delle nomine Ue tutto è ancora in fieri, ma c’è una (agognata) certezza: Juncker avrà un successore
L’obiettivo del summit – e l’impresa più ardua e attesa da seguire – è quella della conquista della casella da parte di colui che andrà a rimpiazzare Jean-Claude Juncker al vertice della Commissione europea. I giochi sono aperti e l’attesa del verdetto alza la temperatura delle polemiche vertiginosamente, ma la situazione è talmente incerta che l’esecutivo comunitario ha messo le mani avanti chiedendo ai componenti dei gabinetti degli attuali commissari la disponibilità a restare fino al prossimo febbraio nel caso in cui la nuova Commissione non riuscisse, per qualsiasi motivo, a insediarsi alla scadenza fissata del primo novembre. Non solo: a dettare i tempi del negoziato non c’è però esclusivamente la nomina del successore di Juncker: come anticipato, infatti, la prima scadenza in calendario è fissata per il 2 luglio, quando il nuovo Parlamento europeo dovrà eleggere il suo presidente. Sarebbe a dir poco inconsueto, infatti, che si arrivasse al voto senza una “indicazione politica” proveniente dai leader dei 28, specie considerando che la scelta dei cosiddetti “top job” (Commissione, Consiglio, Pe, Bce e Alto rappresentante) dovrebbe garantire un equilibrio complessivo tra criteri politici, geografici e di genere. insomma, le caselle sono tutte di primaria importanza e tutte da riempire: e dietro le quinte i lavori fervono alacremente.
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