Nella letterina di Conte alla Ue la prima retromarcia: promessi tagli alla spesa per due miliardi

20 Giu 2019 11:02 - di Leo Malaspina

Arriva la prima retromarcia, dopo gli annunci e i proclami di fermezza, per provare ad evitare la procedura d’infrazione. Tagli della spesa pubblica per 2 miliardi di euro, l’impegno al rispetto delle regole europee ma con un approccio incisivo per adattarle ai nuovi scenari economici: sono i punti chiave della lettera inviata ieri dal premier Giuseppe Conte alla Ue per scongiurare una procedura sui conti, secondo quanto riporta il Corriere della Sera. La misura fa seguito all’impegno assunto lo scorso inverno dal governo davanti alla Commissione di applicare una clausola sulla spesa in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi di deficit-pil 2019. «Siamo tutti determinati ad evitare la procedura, ma siamo – precisa Conte – anche convinti della nostra politica economica. Rispettare le regole europee, senza che ciò impedisca che ci facciamo anche portatori di una riflessione incisiva su come adeguare le regole», aggiunge. Chiacchiere, perché manca la manovrina di assestamento di bilancio che avrebbe dovuto approvare il Consiglio dei ministri e che avrebbe certificato un recuper potenziale di 3-4 miliardi.

Non solo rigore, Conte chiede misure per la crescita

In un passaggio della missiva, sostanzialmente carica di riflessioni e scarna di controdeduzioni sui buchi di bilancio che la Ue ci imputa, il premier Giuseppe Conte scrive: «Ritengo che sia nostro dovere aprire, adesso, senza ulteriore indugio, una ‘fase costituente’ di governo delle nostre società e delle nostre economie, riconsiderando modelli di sviluppo e di crescita che si sono rivelati inadeguati di fronte alle sfide poste da società impoverite, attraversate da sfiducia, delusione, rancore». «Prima che l’Unione Europea si trovi a dover affrontare nuove crisi finanziare sistemiche e globali, occorre una riflessione approfondita su come assicurare un effettivo equilibrio tra stabilità e crescita, tra riduzione e condivisione dei rischi – si legge ancora -. Sono poli dialettici, ma devono essere valutati insieme, devono essere tra loro adeguatamente bilanciati».

«Come l’esperienza ha dimostrato – scrive ancora il premier – se sono posti in opposizione, se per assicurare la piena realizzazione dell’uno si sacrifica l’altro, si rischia di pagare un prezzo molto elevato per la coesione sociale ed economica dei singoli Stati membri, e, quindi, per la credibilità stessa del progetto europeo». Conte rimarca inoltre che ”l’Italia, in quanto Paese fondatore della casa comune, avverte la piena responsabilità di coltivare un dialogo aperto e costruttivo con la Commissione europea”. «Lo ha dimostrato anche di recente, nel dicembre 2018 – fa notare il premier – allorché un intenso negoziato ha consentito di chiarire i dettagli della nostra manovra economica, il linea con le regole previste dal patto di stabilità e crescita. Adesso l’Italia viene nuovamente sollecitata a dare conto del rispetto di queste regole».

L’attacco ai regimi fiscali differenziati nella Ue

Nella missiva è contenuto poi un attacco ai cosiddetti paradisi fiscali, ossia a chi, all’interno dell’Ue, applica tasse agevolate. Il premier, oltre a chiedere nuove regole per salvaguardare il progetto europeo, sferra anche un attacco a quello che considera un comportamento unfair, più volte definito dal presidente del Consiglio di un vero e proprio dumping fiscale.

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