Non dite ai compagni che una delle canzoni dell’estate sfotte i comunisti (video)
Si chiama Margarita, come l’omonimo cocktail. La canzone di Marracash ed Elodie è già destinata a diventare uno dei tormentoni dell’estate, ma soprattutto sancisce la fine di un’epoca. Dal 1968 a oggi, parlare in termini critici o irridenti nei confronti dei comunisti sarebbe stato un peccato mortale. Anni di magliette di Che Guevara, di canzoni degli Inti Illimani, di cantautori impegnati, hanno obbligato anche la musica leggera a rimanere incastrata nei soliti stereotipi. La parola d’ordine, la consegna per i compagni musicanti è sempre stata la stessa: della sinistra o se ne parla bene, o non se ne parla. Al massimo era concessa l’autoironia alla Fedez e J-Ax, che hanno intitolato il loro lavoro “Comunisti col Rolex”. Ma quella era una sorta di autodenuncia.
Invece, il brano in oggetto, un classico motivetto vacanziero, senza alcuna pretesa, infrange un tabù. Irride l’ideologia ancora cara a una solida fetta di intellettuali nostrani. Marracash canta: «Ero solo sesso, un po’ come il comunismo/Una cosa che funziona in teoria».
Una ovvietà che, ancora adesso, farà venire l’orticaria a tanti orfani marxisti-leninisti. Se pensate che, tuttora, il manifesto riporta orgogliosamente la dicitura “quotidiano comunista”, potete immaginare quanti mal di pancia provocherà l’innocua strofa di Margarita. Ecco, visto che si parla di cocktail, risulterà sicuramente indigesto ai tanti compagni che ascolteranno la canzone. Pensare che per tanti anni hanno inseguito un’ideologia irrisa anche dalle canzonette, dovrebbe zittirli per un po’. O almeno farli riflettere. Cari compagni, se ancora non avete capito gli errori e gli orrori del comunismo, beveteci sopra. Con un buon Margarita.