Omicidio Noemi, confermati 18 anni per il fidanzato. La mamma: «Non lo perdonerò mai»
La corte di Appello di Lecce, sezione minorenni, ha confermato la sentenza dello scorso 4 ottobre con la quale il giudice per le udienze preliminari aveva condannato a 18 anni e 8 mesi Lucio Marzo, il giovane reo confesso, all’epoca sotto i 18 anni, che il 3 settembre del 2017 uccise la fidanzata appena 16enne Noemi Durini, di Specchia. Omicidio volontario premeditato e aggravato dalla crudeltà e dall’aver agito per futili motivi. L’aveva picchiata, accoltellata e poi sepolta viva sotto un cumulo di pietre. Il corpo di Noemi venne fatto ritrovare dallo stesso giovane 10 giorni dopo il delitto in un oliveto nelle campagne di Castrignano del Capo. Secondo quanto riscontrato dall’autopsia, Noemi sarebbe morta soffocata sotto il peso dei massi.
Omicidio di Noemi, confermati 18 anni per l’ex fidanzato
La Procura di Lecce aveva chiesto la conferma della condanna a 18 anni. Invano la difesa dell’assassino aveva ipotizzato l’infermità mentale per i suoi precedenti problemi di salute mentale, ma una perizia del tribunale ha dimostrato che il ragazzo (oggi 19enne) è capace di intendere e di volere. In un primo tempo sono stati indagati anche i genitori del ragazzo, sospettati di aver concorso al macabro omicidio, prima dell’archiviazione della loro posizione. «Non lo perdonerò mai – ha detto la mamma di Noemi, Imma Izzo, presente in aula insieme al papà – mi ha tolto un pezzo di cuore e a mia figlia ha tolto il bene più prezioso, la vita. Se li deve fare tutti e in galera – ha aggiunto riferendosi alla sentenza di secondo grado che conferma 18 anni – perché Lucio è capacissimo di intendere e volere. Non basterebbe una vita per quello che ha fatto a mia figlia». Secondo i genitori di Noemi, tuttavia, non è credibile che Lucio quella notte abbia fatto tutto da solo. «Neanche Mandrake avrebbe fatto tutto quello che lui ha fatto in un’ora», ha commentato sarcastico e addolorato il papà, Umberto Durini.