Pedofilo si suicida in carcere: aveva paura di essere massacrato dai compagni di cella
Si riapre l’inchiesta su Robert Nobbs, il 51enne inglese trovato morto, suicida, in carcere nel novembre 2017 per l’accusa di pedofilia. Adesso un’inchiesta sulla sua morte ha stabilito che le immagini di un documentario terribile girato all’interno del carcere in cui rischiava di finire rinchiuso sono state determinanti nella decisione di farla finita. Lo apprendiamo dal Messaggero. Nobbs era stato carcerato per detenzione di materiale pedopornografico ed era atterrito all’idea di quale trattamentro avrebbe potuto subire in quel penitenziario: «immaginava che gli altri detenuti lo avrebbero massacrato e non è riuscito ad accettare il peso del futuro che lo attendeva», scrive il quotidiano romano.
Il video choc sui prigionieri pedofili
Era detenuto nella prigione di Low Moss a Bishopbriggs, vicino a Glasgow, quando in attesa della prima udienza, vide il documentario curato da Ross Kemp “Behind Bars: Inside Barlinnie” che rivelava il trattamento riservato ai detenuti di una delle prigioni più famose del Regno Unito, dove si parlava con estremo disprezzo dei carcerati che si erano macchiati del reato di pedofilia. E’ stato tropp per lui vedere quelle immagini. Per il giudice Linda Ruxton non ci sono dubbi: «Ross Kemp ha fatto commenti sprezzanti, rappresentavano il genere più basso di umanità che si potesse trovare lì dentro – ha detto il giudice – Nobbs, inoltre, ha sentito la reazione degli altri detenuti del carcere a quelle parole: insulti e urla. È altamente probabile che il documentario su Barlinnie abbia agito da detonatore per il suo suicidio». Il giudice Ruxton ha criticato il fatto che Nobbs, che era un detenuto vulnerabile visto che non era mai stato in prigione prima, non avesse ricevuto maggiore assistenza nel penitenziario, essendo un soggetto potenzialmente ad alto rischio di suicidio.