Prematura scomparsa di Alessandro Ricci, militante del FdG negli anni ’90 a Roma
È scomparso il 29 maggio scorso Alessandro Ricci, classe 1969, militante del Fronte della Gioventù romano negli anni Novanta nelle sezioni del Msi Garbatella e Prati. Pubblichiamo un ricordo scritto da chi condivise con lui quei giorni di militanza nelle difficili sezioni di frontiera del Msi.
Parlare di chi non c’è più non è mai facile, specie se chi è venuto a mancare è una parte della tua vita. Perché è come se un pezzo di te improvvisamente smettesse di funzionare. Le amicizie giovanili spesso passano col tempo, ma quelle che sono cementate dalle battaglie politiche, che siano state esse grandi o di quartiere, restano impresse sul tuo corpo come delle cicatrici da portare con rispetto ed onore. Alessandro se ne è andato in silenzio, sconfitto da quel nemico che molti di noi temono. Ha perso la sua guerra eppure… Eppure l’ha combattuta con onore e tenacia, con rabbia e forza senza mai abbandonarsi a quell’umano sconforto che ci accomuna. Abbiamo militato insieme in uno di quei quartieri che un tempo si definivano rossi. Rossissimi. In quella sezione di frontiera che era la Garbatella. Eppure, nonostante gli anni passati e le strade diverse intraprese (lui ora militava con Forza Nuova), sia politicamente che professionalmente, siamo sempre rimasti in contatto, soprattutto grazie ai social che per una volta sono serviti veramente a mantenere unito quello spirito che ci accomunava e ci accomuna con tanti altri ragazzi degli anni ’80 e ’90. E non solo. Forse una delle poche cose buone del web. L’esser distanti anche solo chilometricamente diviene così un mero ostacolo superato agevolmente. Con Ale parlavamo spesso di politica, della vita, della Lazio, sia via web sia per telefono, e nel pieno delle nostre due malattie ci facevamo forza a vicenda perché, nonostante tutto, nelle piazze, nelle strade, nelle sezioni e dalla vita, abbiamo imparato che piangersi addosso non serve poi a molto. Serve invece affrontare i problemi con il “viso sempre rivolto al sole” come ci hanno insegnato e come abbiamo insegnato a tanti altri giovani militanti e ai nostri figli. Entrambi lo abbiamo fatto e sapere che la giovane figlia, Gaia, una splendida ragazza che adorava, ha preso il suo testimone di fede proprio il giorno del suo funerale mi ha dato la gioia di dire che, forse, non tutto è perduto. Che gli insegnamenti ricevuti e dati resistono nel tempo e sulle rovine. Sì, mi fanno dire che quelle radici profonde non gelano mai. Alessandro era uno a cui la vita non ha risparmiato molto. Tanti i problemi che ha affrontato sempre con il sorriso sulle labbra e sempre e comunque a pensare agli altri. L’ultimo ricordo che ho di lui è della scorsa estate quando ci incontrammo in un corridoi dell’ospedale Sant’Andrea. Lo sguardo che si incrocia e l’abbraccio lungo e forte che segue immediato. Le pacche sulle spalle e le speranze di ognuno di noi due. Eravamo felici di esserci rivisti e lui era fiducioso di aver sconfitto, ancora una volta, i suoi problemi. Fiero e orgoglioso della sua battaglia. Come fiero e orgoglioso ero io per aver vinto la mia di guerra. Ci siamo lasciati come sempre, col sorriso sulle labbra stringendoci gli avambracci. Poi la ricaduta, il continuare a scriverci. E la notizia che mai avrei voluto ricevere. Ho vissuto tante esperienze nella vita, ho visto tante cose brutte professionalmente in giro per il mondo, ma non ci si abitua mai a sapere che un ragazzo, perché a 49 anni sei ancora un ragazzo oggi, non c’è più. Mi mancherai Ale e mancherai a tanti altri come me. Ci mancherai per il tuo sorriso, per la tua serenità nonostante le difficoltà, per la tua fierezza, per la tua forza nel combattere le avversità. Ci mancherai per la tua voglia di vivere.
Onore a un combattente.
R.I.P. Ale ✋
ci rivredremo un giorno camerata MIO !