Procedura di infrazione. Di Maio e Salvini all’attacco: «Basta lezioni, diamo e non riceviamo niente»
Bruxelles picchia, Roma risponde. La faccia feroce con l’Italia della Commssione Ue che conferma la richiesta della procedura d’infrazione per i conti pubblici e il debito fuori controllo, per quanto prevista, non lascia in silenzio Salvini e Di Maio, che, seppure con toni diversi, replicano all’Europa matrigna. «Sono anni che diamo senza ricevere, o che riceviamo meno di quanto ci spetterebbe, anni che siamo totalmente ignorati sulla questione migranti, ad esempio. Ci lasciano tutto il peso e, come se non bastasse, poi ci fanno pure la morale. Così non va bene, così è troppo facile», scrive il vicepremier 5Stelle in un lunghissimo post su Facebook alla notizia del primo via libera alla procedura d’infrazione contro l’Italia.
Di Maio: «Non si mette in croce chi pensa a investire»
«Non è concepibile – va all’attacco – che un Paese con 6 milioni di disoccupati reali e migliaia di aziende che producono sotto il loro potenziale venga messo in croce perché vuole investire sulla crescita, il lavoro e la riduzione delle tasse». Nel mirino di Bruxelles le riforme del governo gialloverde a partire da quota 100 che avvrebbero peggiorato le prospettive di ripresa. «Lasciatemi dire che come sento parlare di doveri, mi piacerebbe sentir parlare anche di diritti. Diritti degli italiani e delle loro famiglie! Non chiedo tanto: diritti! Che tradotto significa la possibilità di aiutare le famiglie, le imprese, le scuole, la nostra sanità. Quindi rimbocchiamoci le maniche tutti. E con tutti, intendo anche Bruxelles! Per ultimo due cose: Quota 100 non si tocca e, sia chiaro, le pensioni degli italiani non si toccano!». Sul prossimo futuro, invece, sottolineala serietà dell’Italia che rispetta la parola data. «Quindi andremo in Europa e ci metteremo seduti al tavolo con responsabilità, non per distruggere, ma per costruire. Però è molto seccante che ogni giorno si trovi un motivo diverso per parlare male dell’Italia e di questo governo!»
Salvini: «Non abbiamo bisogno dei soldi degli altri»
Dal palco di Ascoli Piceno gli fa eco Matteo Salvini che non gradisce i diktat dell’Europa, che boccia uno dei pilastri del lavoro del governo, quota 100 e la riforma pensionistica. «Noi non vogliamo andare in Europa a chiedere i soldi degli altri, degli spagnoli, dei tedeschi o dei francesi, ma vogliamo andare in Europa a chiedere la dignità e il lavoro per gli italiani, in Europa noi andremo a chiedere di usare i soldi degli italiani. Non abbiamo bisogno di altri che ci paghino il debito. Ma se gli italiani non lavorano il debito cresce». Nessuno scontro frontale, anche perché a guerra è lunga, ma la richiesta di un restyling nei rapporti con l’Ue . «Non ci vuole uno scienziato per capirlo basta guardare quello che si è fatto negli ultimi dieci anni: taglia, taglia, taglia; e il debito cresce. Dobbiamo fare il contrario altrimenti non puoi assumere poliziotti, medici e giudici. È il momento di riaprire, ricostruire». Il braccio di ferro è appena cominciato, il verdetto finale arriverà il 9 luglio con il vertice Ecofin. «Si fa e si farà tutto il possibile per rimanere nei parametri stabiliti, ma se suo figlio ha fame e per dargli da mangiare va ridiscusso un parametro studiato a tavolino in un ufficio cosa fa? Sta al parametro e lascia suo figlio con la fame o va a ridiscuterlo col capufficio?», ha detto il vicepremier leghista dai microfoni di Radio anch’io, «viene prima mio figlio del capufficio è un ragionamento che fanno tutti i governi europei e tutti i padri di famiglia. Stiamo in Europa ma rivedendo le norme». Moscovici a sopresa apre uno spiraglio, «la porta è ancora aperta», dice in italiano, mentre il premier Conte si mostra ottimista e cauto: «Non ho ancora letto le raccomandazioni ma quello che posso dire è che il monitoraggio dei nostri conti, in particolare per il 2019, sta evidenziando che le entrate tributarie e contributive sono maggiori rispetto alle previsioni. Farò ogni sforzo per scongiurare una procedura di infrazione che ovviamente non fa bene al paese».
Per anni il PD ha dichiarato un debito al più niente per cento e poi, puntualmente, ha sforato il famigerato “3”; ma nessun venditore di pesce affumicato con finale in -osky gli ha detto niente. Noi dichiariamo il 2,04, se ne siamo fuori non di molto, e arrivano le bacchettate sulle mani da uno che – coi voti che ha preso al suo paese – qui non diventava neanche Sindaco di La Scurcola Marsicana (con tutto il rispetto, ovviamente; mi riferisco solo alle dimensioni…). Ci stanno forse dicendo che non hanno gradito come abbiamo votato? A NOI Popolo sovrano?
C’è un errore, i soldi non sono più nostri, ma della BCE che li stampa e le pensioni le hanno toccate, sopra i 1500 euro lordi che vuol dire circa 1100 euro. Per cosa? Dare il reddito di cittadinanza non ai licenziati, ma a chi cerca assistenza e magari lavora in nero. La ricetta di sinistra che stanno seguendo, la ridistribuzione del reddito, ha portato nei paesi socialisti e sta portando da noi, solo povertà.