Raggi ancora nei guai: la procura di Roma presenta appello contro l’assoluzione sul caso Marra
5 Giu 2019 16:47 - di Redazione
Le motivazioni che sono state rese pubbliche un mese fa non hanno affatto convinto i magistrati romani. “Ielo e Dall’Olio – scrive L’Espresso – restano invece convinti che Virginia abbia mentito consapevolmente. Per difendere il suo ex braccio destro Raffaele Marra (che brigava per far promuovere il fratello Renato a capo del Dipartimento Turismo, con annesso aumento di stipendio) e, soprattutto, per difendere se stessa”.
La nomina di Marra a capo del Dipartimento Turismo venne fatta dopo aver sentito gli uffici del Personale come previsto dalla prassi amministrativa. Ma il codice di comportamento del Campidoglio prescrive all’articolo 10 che: “Il dipendente si astiene dal partecipare all’adozione di decisioni che possano coinvolgere interessi propri, o di suoi parenti e affini entro il secondo grado”. Raffaele Marra, alla guida del Personale, avrebbe dovuto astenersi dal controfirmare la delibera che ricollocava il fratello Renato, già vicecomandante dei vigili, alla neonata direzione Turismo del Comune con annesso aumento di stipendio (di 20.000 euro).
I pm Paolo Ielo e Francesco Dall’Olio non credono, come ha scritto il giudice monocratico Roberto Ranazzi nelle motivazioni dell’assoluzione, che la sindaca fu “raggirata”. Secondo Ranazzi la sindaca di Roma aveva fornito elementi mendaci all’Anticorruzione del Campidoglio perché “vittima di un raggiro” da parte dei due fratelli Marra. “Raffaele Marra non ha partecipato alla fase istruttoria dell’interpello per le nomine da dirigente amministrativo”, scrisse Raggi all’Anac, mentre era vero il contrario.