Rai, “L’approdo” di Lerner vince la sfida tv: deve ringraziare il “nemico” Salvini
Buona la prima per Gad Lerner. Ma prima di esultare – come fa il renziano Michele Anzaldi – per il lusinghiero 7,4 per cento di share raccolto su RaiTre dall’esordio de L’approdo, prudenza consiglierebbe di aspettare almeno la seconda puntata. Troppo forte ancora è l’eco delle polemiche che da tempo vedono il conduttore radical-chic opporsi a chiunque osi mettere in dubbio le magnifiche sorti e progressive legate all’immigrazione senza controllo per non calcolarvi la tara di un effetto attesa che spesso conta più di mille accorgimenti tecnici. E ancor più forte è il legittimo sospetto che l’indice di gradimento della trasmissione sia stata in qualche misura dopata dal battage più o meno involontario che l’ha preceduta e che fa dire a molti, e noi tra questi, che gran parte della farina macinata da L’approdo viene più dal sacco di Salvini – la puntata era dedicata alla Lega – che da quello di Lerner. Il quale, tutt’al più, potrebbe a buon diritto reclamare un premio alla furbizia. Eh sì, perché nella vita non basta saper selezionare gli amici. Ancor più importante, a volte, è scegliersi i nemici. E Lerner è stato abilissimo a surfare sulla cresta dell’onda elettorale leghista e a dirottarla verso la sua trasmissione con relativo pieno di ascolti. Ma il bello viene ora. Già, perché lo share televisivo è in questo in tutto simile al consenso elettorale: il difficile non è tanto ottenerlo quanto mantenerlo. Tanto più in Rai, dove davvero non si contano quelli che credevano di appiccare roghi purificatori quando erano, in realtà, solo effimeri fuochi di paglia.