«Roma è in un degrado inarrestabile». Al coro contro la Raggi si unisce anche il maestro Muti
Al coro contro Virginia Raggi si è unito ieri anche un uomo di grande fama internazionale, Riccardo Muti, che in una intervista al Messaggero parla della Capitale come di una città ormai in uno stato di degrado assoluto: «Da uomo di lettere tutte le volte che vedo o mi raccontano lo stato in cui versa Roma mi tornano in mente le parole di Orazio: o sole che dai la vita, che con il carro lucente mostri e celi il giorno, e che vecchio e nuovo risorgi, possa tu mai vedere nulla più grande della città di Roma. Alme Sol! Possis nihil urbe Roma visere maius. Questi versi dovrebbero essere presi come bussola, come riferimento sociale e politico per chi amministra. Purtroppo non è così».
Il famoso direttore d’orchestra internazionale ammette di non vivere a Roma ma è consapevole che dopo 3 anni a guida M5S la situazione sia drammaticamente peggiorata. «Chi guida la città dovrebbe servire i cittadini, dare loro una vita migliore possibile. La realtà è sotto gli occhi di tutti, purtroppo. Un declino costante, un degrado che sembra non arrestarsi. Anche qui vorrei ricorrere al significato delle parole. Ricordo quando diressi un concerto alla Camera, davanti al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano». Qui Muti svela un retroscena: «In quella circostanza ragionai sul significato della parola ministro che deriva dal latino minus. Cioè servitore. Manca il senso di disponibilità a favore della comunità in tutti i settori della società. In quell’occasione dissi, con tono scherzoso, che al contrario maestro deriva da magis, che significa di più. In verità l’unico ministro e maestro fu Gesù Cristo». Servire lo Stato? «Purtroppo i politici lo dicono solo a parole, ma poi all’atto pratico mancano i risultati, i fatti concreti», conclude Muti.