Russia, arresto sospetto per il giornalista investigativo Golunov accusato di spaccio
Con le sue inchieste ha fatto luce su diversi casi di corruzione di esponenti di alto profilo della politica e del mondo degli affari russo, in particolare del Comune di Mosca ma, ieri pomeriggio, il ventiseienne giornalista investigativo russo Ivan Golunov, che lavora per la testata online indipendente Meduza, è stato arrestato nel centro della capitale dopo che, durante una perquisizione, gli sarebbero state scoperte, all’interno dello zaino, alcune bustine di metanfetamine.
Tuttavia l’accusa formulata, non solo di possesso di sostanze stupefacenti ma anche di spaccio, appare molto poco credibile a colleghi e amici.
Soprattutto perché appare identica a quella formulata, in Cecenia, per giustificare l’arresto del direttore di Memorial, Oyub Titiev, condannato poi, lo scorso marzo, a quattro anni di carcere per possesso di stupefacenti.
Golunov, giornalista investigativo piuttosto noto, è stato trattenuto in detenzione per 14 ore senza poter vedere il suo avvocato, trascinato sul pavimento, colpito al viso con un pugno e al torace con un calcio e non ha, in seguito, ricevuto neanche l’assistenza medica che pure aveva ripetutamente richiesta.
Il suo avvocato, Dmitri Dzhulai, denuncia che il giornalista investigativo è stato picchiato dagli agenti.
E’ stata la fidanzata di Golunov, la corrispondente del servizio russo della BBC, Svetlana Reiter, circa 14 ore dopo l’arresto, a denunciare il fatto dopo essere stata svegliata nel mezzo della notte da una telefonata che l’avvertiva della vicenda.
Golunov, che si è occupato, fra l’altro, di alcune inchieste sui parenti del vicesindaco di Mosca, Pyotr Biryukov, e su un’organizzazione impegnata a mettere le mani sul business dei funerali in Russia, nega di aver mai visto le bustine sequestrate prima dell’intervento della polizia che, in seguito, ha rifiutato la sua richiesta di test antidroga accurati sulle sue mani e sullo zaino per confermare la sua versione, cioè di non aver mai avuto alcun contatto con le sostanze stupefacenti scoperte.
«Abbiamo ragione di credere che (Golunov, ndr) sia innocente e, soprattutto, che sia perseguito per la sua attività di giornalista», denuncia Meduza, il sito di notizie basato a Riga in cui, nel 2014, è confluita la maggior parte dei giornalisti che avevano lasciato Lenta.ru per protestare contro le dimissioni a cui era stata costretta la direttrice.
«Sappiamo che Ivan ha ricevuto minacce negli ultimi mesi e pensiamo di sapere da chi – avvertono Galina Timchenko, Ceo di Meduza e Ivan Kolpakov, caporedattore del sito indipendente – Meduza seguirà da vicino ogni azione degli investigatori nel caso di Golunov. Scopriremo chi c’è dietro a questo e rendiamo pubbliche le informazioni. Difenderemo il nostro giornalista con tutti i mezzi disponibili».
L’oppositore di Vladimir Putin, Aleksei Navalny, sostiene che «non ci sono dubbi» sul tentativo delle autorità di costringere al silenzio il giornalista, in vista delle elezioni regionali di settembre.