Salute, la fibrillazione atriale fa aumentare di cinque volte il rischio di ictus
È la più frequente aritmia cardiaca di rilevanza clinica e presenta una stretta correlazione con l’età avanzata: parliamo della fibrillazione atriale, la cui presenza fa aumentare di ben cinque volte il rischio di ictus cerebrale, seconda causa di morte e prima causa di disabilità negli anziani. «Attualmente – spiegano Antonio Di Carlo e Domenico Inzitari, coordinatori del progetto Fai (Fibrillazione Atriale in Italia) realizzato dal Cnr e dall’università di Firenze – in Italia si verificano ogni anno circa 200mila ictus, con un costo per il Ssn che supera i 4 miliardi di euro: Di questi, oltre un quarto sono attribuibili a questa aritmia che può provocare la formazione di coaguli all’interno del cuore, in grado di arrivare al cervello causando un ictus che viene quindi definito cardioembolieo». Rispetto agli ictus dovuti a cause diverse, quelli di origine cardioembolica hanno un impatto più devastante in termini di disabilità residua e sopravvivenza. I dati della ricerca, pubblicati sulla rivista Europace, organo ufficiale della European Society of Cardiology e della European Heart Rhythm Association, hanno consentito di stimare, per la prima volta in Italia, la frequenza della fibrillazione atriale in un campione rappresentativo della popolazione anziana, costituito da 6mila ultra 65enni arruolati tra gli assistiti dei medici di medicina generale nelle tre unità operative coinvolte situate in Lombardia, Toscana e Calabria.