Salvini detta le condizioni, Di Maio va da Mattarella: ormai si sono incartati

4 Giu 2019 19:30 - di Redazione

Il grande girotondo, la recita. Dopo i fulmini di Conte, i due vicepremier Salvini e Di Maio si sentono, si parlano, si accordano e poi ricominciano. Pare un cinepanettone e chissà per quanto tempo andrà avanti così.
Ormai dobbiamo abituarci a trascorrere ancora qualche settimana di stress di governo, col premier inconsapevole delle trame alle sue spalle. Il gioco lo conduce Matteo Salvini, che per dare la spinta decisiva sembra solo attendere il momento in cui nella rete di Zingaretti cadranno Roberto Fico e quel che rimane di Forza Italia. E si andrà al voto anticipato.

Conte in Vietnam…

Mentre il presidente del Consiglio preferisce le relazioni con il Vietnam, la giornata politica registra alcuni fatti. Di Maio che va al Quirinale da Mattarella, per tentare di capire vicendevolmente che cosa può accadere. Al Capo dello Stato ha riferito della telefonata con Salvini – e sembra incredibile che questa possa essere una notizia – e di aver fatto qualche passo in avanti. Ad esempio sul decreto sbloccacantieri, che è al Senato, per sospendere alcuni punti del codice degli appalti. La sollecitazione è del leader leghista.

Le preoccupazioni del Colle

Poi, le difficoltà su Roma capitale, di cui Salvini invece non vuol sentire parlare isolatamente rispetto agli altri comuni.
Ma è evidente che tutto questo appare davvero poco al presidente della Repubblica, che vuole sapere alcune cose non proprio marginali. La tenuta dei conti dello Stato come si concilia con la flat tax, chiede in continuazione Mattarella. E poi, che intenzioni reali ci sono in tema di autonomie locali, quale sarà il punto di caduta per evitare la rottura della solidarietà nazionale. Il resto, le polemiche sul decreto sicurezza bis e le questioni legate alle infrastrutture, pur se importanti, ricadono nella fisiologia del dibattito politico.
Alla fine, per Mattarella conterà la manovra economica prossima ventura. E’ qui che il presidente vuole rassicurazioni che nessuno gli può dare. Insomma, sono incartati, ma non c’è ancora un’alternativa.

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