Salvini non fa sconti: «Se si continua con i veti, sono pronto a mollare tutto»
«Non ci sarà nessuna manovra correttiva e nessun aumento di tasse». Dopo due ore di vertice notturno a Palazzo Chigi ora si tirano le somme. Dopo le strette di mano e la rassicurazone che è obiettivo comune evitare la procedura d’infrazione da parte dell’Europa, permangono le preoccupazioni del premier Conte proprio su questo punto. E il “the day after” vede il vicepremier Matteo Salvini a rassicurare e a dettare i ritmi e le modalità della ripartenza del governo . «Non capisco le preoccupazioni di Conte. Io voglio fare il ministro dell’Interno e basta. Gli altri però devono cambiare passo. In ballo non ci sono voti in più, ma il futuro dell’Italia» anche perchè »deve essere chiaro a tutti che io sto al governo per aiutare gli italiani. Se uno pensa di stare lì a vivacchiare, si sbaglia di grosso». Matteo Salvini in due interviste a Libero e La Verità, tira le somme e ribadisce di essere pronto a mollare tutto se il governo resta paralizzato nei veti delle ultime settimane.
L’altolà di Salvini: basta «no»
E’ Salvini a dettare i ritmi. Senza quei no, dice è possibile «rilanciare l’economia, il lavoro e tagliare le tasse. Un terzo degli italiani ha votato Lega, quindi ha votato Salvini per chiedergli di fare in economia ciò che ha fatto per affrontare il problema dell’immigrazione incontrollata. Se dovessi rendermi conto che nei prossimi due anni non si può muovere o cambiare nulla, ne trarrei le conseguenze. In una parola, sarebbe inaccettabile».
«Non mi impunto sui minibot, ma Tria e Conte…»
Quanto a un eventuale rimpasto di governo, Salvini spiega: «Sui ministri grillini noi non ne facciamo una questione di nomi, ma di cose da fare. C’è l’alta velocità, lo sblocca-cantieri sul quale abbiamo trovato un accordo soddisfacente.Tutte queste sono opere che fanno ripartire il Pil. Però alcuni ministeri che nell’ultimo periodo hanno visibilmente rallentato devono ritrovare il passo. So che i Cinquestelle stanno facendo una riflessione su questo. Attendiamo». Salvini sembra fiducioso. Sul salario minimo, poi, si dice pronto a discutere «ma mi chiedo: chi lo paga? Le imprese. E se prima non abbassi le tasse alle imprese, come fanno a sostenerlo?». Bella domanda, questione non da poco. Nessuna impuntatura invece sui mini bot: «Erano nel contratto di governo, ma non importa. Se non convincono io non mi impunto. Chiedo però a Tria e a Conte di trovare una soluzione rapida al problema». Saranno necessati nuovi incontri. Il premier e i suoi vice torneranno a riunirsi nei prossimi giorni per completare il piano di azione da perseguire sino alla fine della legislatura, viene spiegato nella nota.