Salvini: «Prima la flat tax, poi il resto». Meloni: «Avresti dovuto ascoltarci…»
«La priorità è la flat tax, il salario lo danno le imprese e se non tagliamo prima le tasse come fanno a dare i salari?». Reduce dalla trasferta alla Casa Bianca, tornato carico, come dice lui stesso, Matteo Salvini rilancia e avverte gli alleati grillini che il salario minimo non è in cima all’agenda di Palazzo Chigi. «Siamo certi che ce la faremo, non fare la flat tax non è un problema di Salvini o del governo, ma dell’Italia», dice arrivando all’assemblea 2019 di Confartigianato a Roma. Presente anche Giorgia Meloni che a chiarisce con un tono di velata polemica: «La flat tax è un provvedimento assolutamente necessario per l’economia italiana, Fratelli d’Italia lo ha più volte portato in Aula, purtroppo siamo stati inascoltati dall’attuale governo». Quanto al salario minimo la leader di FdI aggiunge che si tratta di un provvedimento dai contorni molto confusi: «Vedremo cosa porterà Di Maio…».
Salvini: il taglio delle tasse anche nella lettera all’Ue
Sulla procedura d’infrazione e la lettera di risposta a Bruxelles, che il premier Conte sta limando in vista di venerdi, il vicepremier leghista detta la legge e ripete che l’Italia farà sentire la sua voce anche sulla pressione fiscale: «Nella lettera ci sarà il fatto che il diritto di tagliare le tasse è un dovere e che lo faremo in ogni caso». L’Italia è vista come un grande Paese dagli Usa – dice al ritorno dagli States – l’unico modo per tornare grandi è tagliare pesantemente le tasse, «abbiamo le idee chiare e ne parleremo con gli amici di governo. Sarà il centro della prossima manovra economica». Anche sui minibot bocciati dal ministro Tria non cambia idea: «Non sono solo nel contratto di governo, ma sono anche stati votati dalla Camera dei deputati, sono uno strumento per pagare i debiti della pubblica amministrazione. Se qualcuno ha uno strumento più intelligente bene, altrimenti si va avanti con quello».
Il prossimo commissario si occuperà di lavoro
Dice di avere in tasca il nome del prossimo commissario italiano: «Andrà a occuparsi di lavoro, non di filosofia o di agenzie di viaggi, ma di imprese e di lavoro, e se è qua fra noi gli chiederò di tornare l’anno prossimo», dice Salvini dal palco di Confartigianato (in prima fila è seduto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti) dal quale lancia fendenti velenosi ai partener internazionali: «Sembra che Parigi e Berlino stiano litigando. La Mogherini in questi cinque anni non ha fatto niente per l’Italia. Penso che l’Italia si farà notare e farà sentire il suo peso in Europa». Infine una finestra sull0 scandalo delle procure che si è abbattuto sul pm Palamara e la tempesta che ha colpito il Csm: «Siamo l’unico paese al mondo dove ci sono magistrati che intercettano e arrestano altri magistrati. Serve una riforma della giustizia – scandisce il vicepremier – che consegni al mondo delle imprese un mondo sano, non possono esserci norme fiscali retroattive, un giudice che sequestra un’azienda e manda a casa i lavoratori».