Salvini sfida ancora i grillini e provoca la Raggi: «Salva Roma? O tutti o nessuno»
«Oggi sono prima ad Ascoli Piceno, poi nel pomeriggio in Umbria, sarò a Roma sia domani che dopodomani, quindi sicuramente avremo modo di confrontarci, di vederci o di telefonarci». Con un certo snobbismo il vice premier Matteo Salvini, intervenendo a Radio anch’io in merito a un possibile incontro con Luigi Di Maio per fare il punto sul futuro del governo, lascia intendere di non avere una fretta particolare, anzi.
Oggi però è il giorno della letterina della Ue nella quale, con tutta probabilità, verrà annunciato l’inizio dell’iter che conduce alla procedura di infrazione. Salvini, su questo, non sembra disponibile a una linea morbida: «Si fa e si farà tutto il possibile per rimanere nei parametri stabiliti, ma se suo figlio ha fame e per dargli da mangiare va ridiscusso un parametro studiato a tavolino in un ufficio cosa fa? Sta al parametro e lascia suo figlio con la fame o va a ridiscuterlo col capufficio?». «Viene prima mio figlio del capufficio – sottolinea – è un ragionamento che fanno tutti i governi europei e tutti i padri di famiglia. Stiamo in Europa ma rivedendo le norme».
Intanto, sull’agenda di governo, Salvini rilancia: «Ho pronto il decreto sicurezza bis ormai da tempo. Quando sarà convocato il consiglio dei ministri verrà approvato. Ci sono norme contro i camorristi -spiega – contro gli scafisti, contro gli spacciatori». E sul clima di tensione nel governo, il governo “è in carica da 12 mesi, per 11 mesi abbiamo lavorato bene, a volte scontrandoci, partendo da posizioni diverse – sottolinea – poi nell’ultimo mese di campagna elettorale ci sono stati bisticci e polemiche. Io ho cercato sempre di non rispondere, di non replicare. Finita la campagna elettorale la mia speranza era che si tornasse a lavorare compattamente e questo mi sembra che stia accadendo”. L’argomento rimpasto pare non appassionare il leader della Lega: «Avevo chiesto agli italiani un voto per provare a cambiare l’Europa, non ho certezze ma almeno do battaglia. I governi passati nemmeno davano battaglia per cambiare queste regole che stanno facendo male all’Italia. Non ho chiesto il voto agli italiani per portare a casa tre ministri o tre sottosegretari in più».
Infine la sfida alla Raggi: «O tutti o nessuno», dice ancora il leghista. «Ci sono tantissimi cittadini in difficoltà che pagano un’enormità di tasse – sottolinea – e quindi bisogna intervenire e aiutare le amministrazioni in difficoltà. Penso al comune di Catania che fra 15 giorni non avrà i soldi per pagare gli stipendi e i servizi ai cittadini piuttosto che al comune di Alessandria, perché ci sono comuni al Nord, al Centro e al Sud e mi sembra giusto dare una mano a tutti i cittadini italiani».