Saviano scatenato insieme ai partigiani: «Sciogliere CasaPound, Salvini fa il furbetto»
È un’ossessione. Dopo l’altolà dell’Anpi, la campagna mediatica di Repubblica sul pericolo fascista, arriva l’immancabile vibrata denuncia di Roberto Saviano che chiede lo scioglimento di CasaPound e torna a processare il pericoloso Salvini che fa “il furbetto” «Quando serve fare l’antifascista lo dichiara in tv, poi però di questi gruppi ha bisogno nelle periferie. Salvini è il primo ministro della Repubblica che non ha timore ad avere una certa vicinanza col fascismo», accusa l’autore di Gomorra, intervistato da Radio Capital. E giù con la stanca litanìa sul pericolo del sovranismo-fascista per la tenuta democratica bla bla. Stesse accuse ai Cinquestelle “colpevoli” – secondo lo scrittore campione di sermoni televisivi – di aver flirtato con l’organizzazione di estrema destra. «Non dimentichiamo Grillo secondo cui fascismo e antifascismo sono categorie superate e anche qui bisogna chiedersi perché. Non è solo la Lega, il padre di Di Battista che si dichiarava fascista e il figlio non prendeva le distanze. Il rischio vero è che i militanti di CasaPound diventino le milizie di questo governo».
Saviano come l’Anpi: chiudiamo CasaPound
Ad aprire le danze è stata la presidente dell’Associazione partigiani d’Italia, Carla Nespolo, che ha chiesto l’immediata chisura di CasaPound «se si ha davvero a cuore il bene degli italiani» dando l’assist a Repubblica che da settimane ha lanciato una campagna contro il pericolo del ritorno del fascismo. La nuova criminalizzazione del movimento prende spunto dall’aggressione dei ragazzi del Cinema America che non avrebbe generato una risposta adeguata: «Davanti all’incontrovertibile evidenza di un’organizzazione dichiaratamente fascista che fa dell’uso della violenza e dell’intimidazione lo strumento principale di affermazione politica e sociale – dice l’Anpi – è inammissibile la mancanza di una reazione radicale». Michele Serra risponde al richiamo, preoccupato perché «l’antifascismo sostanziale, cioè l’insieme degli anticorpi democratici a disposizione della comunità nazionale, è deperito mano a mano che deperivano lo spirito repubblicano e il patto antifascista che lo ha generato». Tutta colpa del vicepremier leghista, ça va sans dir. «È la composizione stessa della destra italiana dei nostri giorni (la Lega del Capitano, votatissimo anche dall’estrema destra; i Fratelli d’Italia che sono il moderno Msi; i resti atterriti e impotenti dei “moderati” raccolti nell’agonizzante residuo di Forza Italia) a dirci che la fibrillante vitalità del fascismo, nel nostro Paese, è un problema della destra».