Sea Watch, la “capitana” cerca guai (e celebrità): «Forzerò il blocco»
Sea Watch, la “capitana Carola” cerca guai (e celebrità) . Vuole infatti forzare il blocco ed entrare nel porto di Lampedusa nonostante i due schiaffi rimediati negli ultimi giorni Il primo è stato il respingimento da parte del Tar del ricorso contro il divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane. Il secondo è arrivato ieri con la bocciatura da parte della Corte di Strasburgo del ricorso contro la conferma del divieto. La “capitana” non sete ragioni è ha deciso di sfidare il Viminale: “Forzerò il blocco a costo di perdere la nave”. Si dà infati il caso che, con il decreto Sicurezza Bis , scatta immediatamente la confisca dell’imbarcazione e una multa salata per la ong. Di qui la contromossa di avviare una raccolta fondi per fare fronte all’eventuale sanzione: “Se il nostro capitano Carola segue la legge del mare, che le chiede di portare le persone soccorse sulla SeaWatch3 in un porto sicuro, potrebbe affrontare pesanti sentenze in Italia. Aiutate Carola a difendere i diritti umani, donate per la sua difesa legale”. S’avvicina l’ora dell'”ordalia” tra la “capitana” e lo Stato italiano. A rimetterci sarà sicuramente la ong, ma la “capitana” riceverà gli applausi da tutta l’internazionale buonista ed entrerà nel firmamento del cosmopolitismo umanitario. Dove finisce l’ostinazione comincia la vanità.