Sessualità, un test svela: un liceale su 40 si definisce trans o “gender fluid”
Sessualità fluida per i giovanissimi: circa uno su 40, nell’ultimo anno di liceo, si definisce transgender. «Se da un lato ci sono i dati ufficiali, quelli che emergono dalle associazioni alle quali le persone transgender si rivolgono per un supporto, dall’altro la nostra indagine fa emergere una realtà sommersa. Molto più vasta, che fatica a venire alla luce: il coming out è ancora oggi un percorso doloroso e complesso». A dirlo all’Adnkronos Salute è l’endocrinologo dell’Università di Padova Carlo Foresta, illustrando la fotografia scattata sull’universo transgender dalla Fondazione Foresta. L’ente tra il 2018 e il 2019 ha somministrato questionari anonimi a 5.300 giovani delle scuole superiori, tutti tra i 18 e i 21 anni e residenti tra Veneto, Puglia e Campania. La domanda posta era “come definiresti la tua identità di genere”. Ebbene, più di 100 ragazzi, il 2,3% ovvero «circa uno su 40 si è definito trans o gender-fluid». «Un dato che ci ha lasciato perplessi, dato che le medie internazionali e nazionali, fornite da chi si occupa del fenomeno, indicano oscillazioni tra lo 0,4 e l’1,3%. La nostra indagine lascia intravedere un sommerso enorme – aggiunge Foresta – Le differenze potrebbero essere legate alla specifica fascia di età presa in considerazione. O al fatto che i giovani che abbiamo incontrato potevano contare su una rilevazione assolutamente anonima. La nostra indagine, insomma, è molto veritiera».
Studenti transgender, lo studio
Va precisato che lo studio non ha trovato differenze sostanziali su scala regionale in una nazione, l’Italia, dove, secondo recenti dati del Centro di Medicina di Genere dell’Istituto Superiore di Sanità, ad oggi le persone transgender sono stimate essere circa 400mila, aggiunge in una nota la Fondazione Foresta. Di questi temi si parlerà a Padova, presso il Teatro Ruzante, nel Convegno “Caleidoscopio transgender – Dal significato alla comprensione del fenomeno”. È organizzato dalla Fondazione Foresta Onlus, in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova, l’Ordine degli Psicologi del Veneto, la Società italiana di andrologia e medicina della sessualità e il Servizio accoglienza trans (Sat-Pink Verona-Padova). «La salute delle persone transgender è un tema sempre più attuale ed emergente all’interno della programmazione sanitaria», dichiara Foresta, presidente del convegno.
Studenti transgeder, aperto uno sportello di ascolto
«I numeri fino ad oggi noti rappresentano probabilmente – ha detto – un dato ampiamente sottostimato, a causa della mancanza, anche in ambito sanitario, di attività condivise volte a garantire il mantenimento della salute e l’equità dell’accesso alle cure e a causa della paura delle persone transgender di manifestare la loro condizione. I ragazzi, insomma, ne parlano poco. Secondo uno studio europeo, molte persone transgender non trovano una risposta adeguata da parte di medici e psichiatri riguardo la loro transizione di genere e trovano invece situazioni negative di pregiudizio nell’accesso alle cure sanitarie dovuto alla loro identità trans. Un altro studio statunitense riporta che più del 50% deve insegnare al proprio medico curante qualche aspetto dei propri bisogni». L’Uoc di Andrologia e medicina della riproduzione dell’Azienda Ospedale-Università di Padova, diretta da Foresta, ha attualmente in carico oltre 30 pazienti transgender. L’ospedale segue dal punto di vista della diagnosi psicologica, della valutazione endocrinologica, della terapia medica e del suo follow-up. Inoltre la Fondazione Foresta Onlus ha attivato uno sportello di ascolto per la presa in carico psicologica delle persone transgender e dei loro familiari.