Sfida M5S-Lega sullo “scippo” dei fondi di coesione al Sud. Uno scambio sulle autonomie?
Nella notte si è consumato un blitz in favore delle Regioni del nord, nel decreto Crescita, denunciato dalla ministra per il Sud, Barbara Lezzi, che però ha parlato di errore e non di baratto sulla riforma delle autonomie. «L’altra sera è stato approvato un emendamento riformulato sui fondi Ue destinati al Mezzogiorno e inserito nel decreto legge crescita. Evidentemente c’è stato un errore, di cui io stessa mi scuso con tutti voi, soprattutto per avervi fatto perdere tempo», ha detto il ministro Lezzi, intervenendo nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera, dove il provvedimento è tornato per delle modifiche, tra cui appunto la cancellazione della norma sui fondi di coesione. Ma di cosa si tratta?
L’emendamento leghista prevede di trasferire, di fatto, dal dicastero del Sud a quello degli Affari regionali la possibilità di attingere dal Fondo sviluppo e coesione, per la programmazione 2021. Si tratta di risorse che, affiancate ai fondi europei, vanno per la maggior parte (circa l’80%) ai governatori del Mezzogiorno ma che finanziano anche quelle del Nord. Secondo indiscrezioni, il Carroccio si sarebbe detto pronto al ritiro solo se i 5 Stelle daranno il via libera all’autonomia rafforzata. La battaglia si consuma sui 54,8 miliardi di euro, il ciclo di programmazione 2014-2020. Nell’emendamento della deputata leghista Silvana Comaroli si destinava la titolarità e la gestione delle risorse solo «a quelle amministrazioni regionali che nel ciclo precedente – cioè 2007/2013 – avevano garantito la spesa e la rendicontazione della totalità delle risorse». Ovvero, in gran parte quelle del nord. I fondi di coesione sono risorse che lo stato programma per un periodo lungo (di solito 6 anni) per gli investimenti e assegna alle Regioni. Negli ultimi anni sono stati programmati circa 50 miliardi. Spesso da questo fondo, che non è immediatamente disponibile (cassa) ma è programmato anche con le risorse europee, sono stati prelevati i fondi per le emergenze e non solo per gli investimenti. Le Regioni per spenderli devono avere in cassa la quota di cofinanziamento e la rendicontazione delle opere. L’emendamento della Lega toglierebbe allo stato la gestione destinandola alle Regioni e penalizzerebbe il Sud perché le Regioni del nord, che hanno le risorse per il cofinanziamento e la regolarità amministrativa, ne approfitterrebbero per spendere tutte le risorse. Con danni enormi per il sud.