Sgarbi: «Finalmente ci siamo liberati dai cattocomunisti, il merito è anche mio»

11 Giu 2019 11:19 - di Adriana De Conto

«Così ho aiutato Ferrara a liberarsi dai cattocomunisti». Anche grazie alla cultura. «Perché la cultura non è appannaggio della sinistra». Gongola ancora Vittorio Sgarbi. La svolta storica della sua città, scardinata dalle maglie del centrosinistra, è di quelle che faranno la storia nella politica italiana. Sulla vittoria del sindaco Alan Fabbri, Lega, candidato del centrodestra, c’è anche molto merito mio, rivendica il critico d’arte al Giornale in un’intervista. Ecco come ha fatto a sgretolare l’egemonia rossa in una roccaforte storica. Un lavoro di piccone partito da lontano, lentamente, con le iniziative culturali. Battendo la sinistra proprio su un terreno da questa da sempre egemonizzato.

Sgarbi: «Gli ho fatto terra bruciata»

«Ho iniziato io a sgretolare l’amministrazione di sinistra di Ferrara battendomi contro lo sciagurato progetto di ampliamento di Palazzo dei Diamanti, il più importante edificio rinascimentale italiano. Un’assurdità come voler aggiungere un canto alla Divina Commedia o all’Orlando Furioso». Inizia dal lì la sua lotta senza quartiere contro l’ormai ex sindaco Tagliani.  «Proprio quando stavo presentando il libro Italia da salvare di Giorgio Bassani, fondatore di Italia Nostra, manifestai pubblicamente la mia indignazione dichiarando: “Bisogna arrestare, nel senso di fermare, il sindaco Tagliani. Ho raccolto io migliaia di firme anche da personalità della cultura come Vittorio Emiliani, Pier Luigi Cervellati, Eugenio Riccomini, Pupi Avati, Tahar Ben Jelloun, e anche da esponenti di sinistra come il sindaco di Firenze Dario Nardella e Massimo D’Alema. E grazie a questa nostra battaglia che il ministero dei Beni culturali ha bocciato il tentativo di mettere le mani su Palazzo dei Diamanti. Insomma ho creato io terra bruciata intorno all’amministrazione di sinistra».

Sgarbi: «Ho aggiunto la cultura all’elemento politico»

Sulla vittoria del centrodestra a Ferrara hanno avuto molto peso molte questioni: la questione della stazione ferroviaria invasa dagli spacciatori africani, e la questione sicurezza. Però ad esempio in altre città, come Rovigo – argomenta Sgarbi – il tema sicurezza non è bastato per vincere. Incede «Sulla cultura abbiamo guadagnato quello che la Lega non ha, facendo la lista Sgarbi abbiamo aggiunto i voti della cultura, che non è più appannaggio della sola sinistra che a Ferrara pensava di utilizzare l’ex ministro Franceschini per fare cose abusive. Ma è la stessa operazione che ho fatto ad Urbino, bloccando un altro abuso su Palazzo Ducale. Anche lì vincemmo aggiungendo alla novità politica la componente culturale. Quello che ho fatto io dimostra che con la cultura si vince», ribadisce al Giornale. «La Lega lo ha capito, e quando ho visto che a Ferrara aveva una persona capace e accogliente come Fabbri ho fatto l’accordo». Poi non rinuncia al suo narcisismo, quando afferma che «Ferrara non è leghista, è sgarbista. Sono felice di aver contribuito alla vittoria e di aver aperto la strada alla rivoluzione contro questi presunti rappresentati della cultura di sinistra». Tral’altro, aggiunge Sgarbi, il sindaco uscente Tagliani «non è un comunista ma un democristiano. Quindi lì in quanto erede dell’alleanza cattocomunista. Quindi non abbiamo battuto solo i comunisti ma anche i cattocomunisti».

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