Sondaggio Swg, volano Lega e FdI. Se si votasse oggi il centrodestra avrebbe il 49,6%

11 Giu 2019 14:18 - di Redazione
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I numeri parlano chiaro e, al di là di plebisciti virtuali e pranzi strategici, il M5S è in crisi nera – del resto, sondaggi e consultazioni elettorali continuano a dare i grillini quasi irreversibilmente alle spalle del Pd – a fronte di una progressiva e inarrestabile crescita della Lega, in assoluto, e delle forze di centrodestra nel totale, che insieme – stando all’indagine Swg per il Tg di La7 condotto da Enrico Mentana – totalizzerebbero quasi il 50% dei voti degli italiani.

Sondaggio Swg La lega continua a crescere e con FdI e FI

Dunque, stando al sondaggio Swg ripreso, tra gli altri, in queste ore anche dal sito de Il Giornale, stabilendo un nuovo record la Lega sarebbe cresciuta di un ulteriore punto percentuale rispetto a una settimana fa, attestandosi su un lusinghiero 37,3%, «una cifra che, sommata a quella di Forza Italia e Fratelli d’Italia, (6,3% entrambe), porterebbe il centrodestra a vincere le elezioni con il 49,6%. Vette inarrivabili per i movimentisti che pure rosicchiano anche loro un punto percentuale rispetto a 7 giorni fa, attestandosi al 18,4%, e dunque restando sempre alle spalle del Partito democratico che sarebbe quotato un 22,8%. Il resto, come riportato dal sito del quotidiano milanese diretto da Sallusti, è solo fanalino di coda a tanta distanza dalla pole position: e allora, scrive Il Giornale, «male gli altri partiti a sinistra del Pd: +Europa è a Verdi sono entrambi al 2,8%, mentre la Sinistra scende all’1,5%, perdendo lo 0,2%». Il 35% degli intervistati, invece, «non si esprime».

Se si votasse oggi il centrodestra vincerebbe le elezioni col 49,6%

Il vertice notturno, al di là degli accordi parlamentari perseguiti dal Carroccio e al netto delle posizioni rivedute e corrette dai Cinque Stelle in cerca di un’intesa possibile, in realtà dimostra soprattutto l’intenzione di non voler lasciare il campo “sovranista” ad appannaggio esclusivo dell’alleato di governo leghista e che, dopo la batosta elettorale presa alle Europee, Luigi Di Maio, presa coscienza del fatto di dover fare di necessità, virtù, punta a cambiare strategia fino ad arrivare ad abbracciare le posizioni di Matteo Salvini su due punti in merito ai quali, solo fino a qualche settimana fa, sembrava irremovibile: dialogo con la Ue e Tav…

 

Commenti

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  • Cecconi 11 Giugno 2019

    Se fossi la Signora Meloni e dirigente di FdI mi dedicherei soltanto a realizzare un partito molto strutturato in ogni settore, economia in testa per la cui titolarietà ho suggerito il Professor Mario Baldassarri (uno dei pochissimi economisti italiani davvero validi), differenziando in modo molto positivo ed evidente dagli altri due partiti che, al contrario di quanto affermano, non fanno altro che farci la guerra. Non mi sono mai fidato degli altri e continuo a non fidarmi in ogni senso. Ciò facendo il nostro partito potrà davvero offrire delle grandi occasioni a gran parte di quel 40% e oltre che non si reca più alle urne poiché è in attesa di un’offerta politica completa e seria.

    E continuo a suggerire di non andar dietro alle sciocchezze come quella dei “mini bot”, tanto per citare soltanto l’ultima.

    Altrimenti anche coloro che hanno accordato la fiducia a FdI, io sono uno di questi, abbandoneranno definitivamente per andare a ingrossare il partito di maggioranza relativa, ossia quello del non voto.

    Come se fossi un membro della redazione di questa testata non mi aspetterei di certo di avere come alleati nelle varie campagne culturali e elettorali per l’affermazione pure di FdI. Credo sia ben chiaro che hanno fatto scelte ben precise escludendo proprio il nostro partito. Ritengo che tutti se ne siano accorti, altrimenti sarebbe drammatico.