Spagna, la sinistra si tiene Barcellona ma è spazzata via a Madrid

15 Giu 2019 20:36 - di Alberto Mariani

Doppia sorpresa in Spagna dove sindaco di Barcellona resta l’attivista di estrema sinistra Ada Colau, rieletta grazie a un accordo postelettorale teso a escludere i separatisti catalani di Erc.

Madrid ritorna invece a destra dopo quattro anni: eletto sindaco José Luis Martínez-Almeida, del Partido Popular, grazie a un’intesa che vede coinvolta anche la destra di Vox, sullo schema già sperimentato a gennaio per l’Andalusia e replicato stavolta in diversi consigli comunali.

Sorprese dal voto comunale

A tre settimane dal voto amministrativo del 26 maggio, avvenuto in contemporanea con le europee, e dopo lunghi negoziati tra le forze politiche, le due principali città del Paese hanno dunque un primo cittadino. L’esito nella capitale catalana è perlomeno inatteso, viste le premesse: per la prima volta, Barcellona avrà come sindaco il rappresentante di una lista che non è la più votata.

Primi erano infatti arrivati i separatisti di Esquerra Republicana de Catalunya, fatti fuori dall’accordo raggiunto da Colau, sostenuta da una lista civica, con il Partito socialista della Catalogna e con l’ex premier francese Manuel Valls. Nato a Barcellona e candidato per la poltrona di primo cittadino, Valls ha ora deciso di far confluire sull’avversaria i voti dei tre suoi consiglieri municipali. Una mossa – così ha motivato la decisione – per evitare che Barcellona abbia un sindaco indipendentista.

La forza di Vox

Arriva come una sorpresa anche il risultato di Madrid dove i popolari, sottotono alle europee e con il peggior risultato della loro storia ottenuto nella capitale del Paese, si riprendono una loro roccaforte dopo i quattro anni da sindaco di Manuela Carmena, eletta con Podemos nel 2015. Il nuovo primo cittadino Almeida ha ottenuto il sostegno decisivo dei liberali di Ciudadanos e di Vox. Un accordo che Almeida difende dalle critiche sfidando gli oppositori “a trovare qualcosa che non rientri nell’ordine legale” nell’intesa stretta con Vox.

Un modello, quello Pp-Ciudadanos-Vox replicato in diversi capoluoghi di provincia del Paese come Saragozza e Granada.
Complessivamente, tuttavia, il Pp perde potere nel numero dei capoluoghi di provincia, passando dai 21 sindaci a circa 14. I socialisti del Psoe, d’altra parte, dovrebbero mantenere una quota simile agli attuali 17 capoluoghi di provincia.

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