Sparò al ladro, il macellaio condannato: «Mi vergogno di essere italiano» (video)
La Procura generale aveva chiesto di assolverlo. Ma ai giudici della Corte d’Appello di Venezia non è importato: hanno confermato la condanna per tentato omicidio nei confronti di Walter Onichini, il macellaio di Legnaro (Padova) che sparò a un ladro entrato nella sua abitazione. «Mi vergogno di essere italiano. Hanno ragione i ladri, in Italia bisogna fare i delinquenti», è stato lo sfogo dell’uomo.
Il ladro condannato, ma libero
La notte del 22 luglio 2013 Onichini sparò contro due ladri che gli stavano rubando l’auto, dopo che lo avevano già derubato in casa. Ne colpì uno, mentre l’altro riuscì a fuggire. Il ladro, un albanese, fu ricoverato e si salvò. In seguito, per quel tentativo di furto, venne condannato a 3 anni e 8 mesi, ma non ha mai scontato la pena: anche lui, come il complice mai identificato, si è reso irreperibile. Per Onichini, invece, fu l’inizio di un incubo che sembra non avere fine. Rinviato a giudizio con l’accusa di tentato omicidio, nel 2017 fu condannato in primo grado a 4 anni e 11 mesi. Sentenza ora confermata dall’Appello, nonostante la richiesta di assoluzione avanzata dalla stessa pubblica accusa.
La richiesta di assoluzione del Pg
Il Pg Giancarlo Buonocore, nella sua requisitoria del 2 aprile, anche alla luce della nuova legge sulla legittima difesa, aveva chiesto che la posizione di Onichini venisse attenuta, derubricando l’accusa da tentato omicidio a lesioni colpose, reato perseguibile solo a seguito di una querela di parte, che non era stata presentata. Niente da fare: per i giudici Onichini deve pagare per aver difeso se stesso e le sue proprietà. Pagare anche economicamente, visto che la Corte d’Appello di Venezia ha stabilito anche che il macellaio dovrà versare una provvisionale di 25mila alla famiglia del ladro, oltre a farsi carico ovviamente delle spese legali.
Il ladro vuole pure 324mila euro di risarcimento
E potrebbe non essere finita qui: i legali del ladro reo e latitante Elson Ndreca hanno avviato anche una causa civile contro Onichini, chiedendogli danni per 324mila euro. «È stata ritenuta valida una sentenza di primo grado che sia a giudizio mio che del procuratore generale andava completamente riformata. Ora si sono dati 90 giorni per la motivazione, vedremo quale essa sarà. È evidente che valuteremo di ricorrere ancora contro questa decisione», ha commentato Ernesto De Toni, avvocato di Onichini, al quale in questi anni non è mai mancata la solidarietà della comunità di Legnaro e non solo.