Strage Viareggio, 7 anni in appello all’ex-Ad di Fs Moretti. Rinunciò alla prescrizione
L’ex-amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana ed ex-Ad di Ferrovie dello Stato, l’ingegnere-sindacalista, Mauro Moretti, è stato condannato a 7 anni dalla Corte d’Appello di Firenze presieduta da Paola Masi per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009 quando l’asse di un vagone di un treno-cisterna che trasportava gpl cedette spezzandosi provocando il deragliamento e, quindi, una terribile esplosione e un incendio devastante mentre entrava in stazione nella cittadina marittima della Versilia facendo 32 vittime, bruciate vive nel rogo che seguì l’incidente, e un centinaio di feriti.
La sentenza arriva a nove giorni dal decimo anniversario della strage.
Moretti, nel corso del processo d’appello, durante l’ottava udienza, l’11 febbraio scorso, chiese di intervenire e annunciò di rinunciare alla prescrizione decidendo, quindi, di continuare ad affrontare il dibattimento che lo vede imputato: «Ho preso atto di quello che ha detto il procuratore, sono parecchi anni che si discute in merito alla prescrizione e sono stato spesso portato a bersaglio, per la prescrizione, per i fatti di Viareggio. Rinuncio alla prescrizione, lo faccio per rispetto delle vittime, dei familiari delle vittime e del loro dolore. Lo faccio perché ritengo di essere innocente».
La rinuncia di Moretti alla prescrizione vale anche in Cassazione. Fu la stessa Corte a chiedere all’ex-amministratore delegato di Rfi ed Fs se fosse consapevole di questo.
La condanna è identica a quella del primo grado, 7 anni di carcere per disastro ferroviario, incendio colposo, omicidio colposo plurimo, lesioni personali.
Nel processo di primo grado a Lucca, che si è concluso il 31 gennaio del 2017 con 23 condanne e 10 assoluzioni, Moretti era stato condannato a sette anni di carcere in quanto ex-amministratore delegato per Rete Ferroviaria Italiana, ma assolto come ex-ad di Ferrovie dello Stato.
Quanto agli altri imputati, l’ex-Amministratore delegato di Rete Ferroviaria italiana, Michele Mario Elia e Vincenzo Soprano, ex-Ad Trenitalia sono stati condannati a a 6 anni di reclusione ciascuno.
«Ci sono temi giuridici che la Corte d’Appello ha risolto in maniera difforme rispetto a quanto da noi prospettato e quindi ci sono i motivi per ricorrere in Cassazione», ha detto l’avvocato Alfonso Maria Stile, difensore di Michele Mario Elia.
Nel corso delle precedenti udienze, il Procuratore Generale, Luciana Piras aveva chiesto le condanna nei confronti degli imputati tedeschi e austriaci, amministratori e tecnici di Gatx Rail Austria, la società titolare del vagone che sviò e prese fuoco, e Officine Jugenthal di Hannover, dove fu fatta la manutenzione dell’asse del vagone spezzatosi prima dell’incidente, con pene che vanno da sette anni e 6 mesi a otto anni e 10 mesi, scontate di 6 mesi rispetto al primo grado per la prescrizione scattata nel maggio 2018 per i reati di incendio colposo e lesioni personali colpose.
Il pm di Lucca applicato all’appello, Salvatore Giannino, aveva, invece, formulato la richiesta di condanna per gli altri imputati: 15 anni e 6 mesi per Mauro Moretti, sia come ad di Rfi sia come ad di Fs; 14 anni e 6 mesi per Michele Mario Elia, ex ad Rfi, e 7 anni e 6 mesi per Vincenzo Soprano, ex ad Trenitalia. Le richieste consideravano 6 mesi di taglio per la prescrizione di alcuni reati.