Tabaccaio massacrato, la moglie: «Quel nigeriano era violentissimo e aveva modi da boss»
Rimane in prognosi riservata Ulderico Esposito, il tabaccaio che sabato è stato ridotto in fin di vita da un nigeriano, nella stazione di Chiaiano, a Napoli. La “colpa” del commerciante era stata tentare di proteggere i suoi clienti dalla questua molesta dello straniero. «Era insistente, opprimente, seguiva le persone. Non le lasciava in pace finché non aveva avuto i soldi», ha spiegato Daniela, la moglie del tabaccaio, riferendo che il nigeriano «aveva modi da boss». «Mio marito si limitava ad urlargli di allontanarsi e di smettere di importunare le persone», ha proseguito la donna, che ieri ha riaperto il negozio.
Quegli allarmi ignorati
«Avevamo appena chiuso e stavamo andando via quando il nigeriano ha detto ad alta voce e in napoletano “tabaccaio, omm’ ‘e m…”. Mio marito s’è voltato e quello gli ha scagliato un pugno violentissimo», ha raccontato ancora la donna in un’intervista al Mattino. «Mio marito andava protetto», ha aggiunto. Il nigeriano era una presenza fissa in stazione e proprio la signora Daniela aveva più volte segnalato il pericolo. «Ho scritto all’Anm quello che avevo detto al telefono mille volte: quell’uomo – ha spiegato – era pericoloso e andava allontanato».
Cirielli: «Governo fermo e incapace»
«Al netto di slogan e conferenze, il governo Lega-Cinque stelle è fermo, incapace di fronteggiare il fenomeno dell’immigrazione illegale e violenta», ha commentato il deputato di FdI, Edmondo Cirielli. «L’aggressione da parte di un richiedente asilo al tabaccaio napoletano conferma come Questura e Prefettura non riescano più ad avere la situazione sotto controllo. Nonostante il grande lavoro da parte delle forze dell’ordine – ha quindi sottolineato l’esponente di FdI – il governo non ha predisposto strumenti giuridici e finanziari per affrontare l’emergenza e per contrastare le aggressioni».