Toninelli in bilico. E lui fa finta di niente: «Non ascolto queste chiacchiere»
Da mesi si parla della sua poltrona traballante anche se lui nega («sono dibattiti che nemmeno ascolto»). Il ministro Danilo Toninelli, recordman di gaffe, è rimasto schiacciato dai dossier ingombranti sul tavolo del suo ministero dai continui stop and go sulla Tav e le grandi opere. A peggiorare il quadro le elezioni europee con il ribaltamento dei rapporti di forza nel governo e la tregua armata tra Di Maio e Salvini che mette la Torino–Lione in cima alla lista delle priorità. Difficile che il cambio di passo non produrrà ribaltamenti e, probabilmente, la testa del “ministro Tentenna”. Se sui ministri Trenta e Costa i 5Stelle fanno quadrato, sul titolare delle Infrastrutture e dei Trasporti nessuno si impegna a difenderlo, anzi Di Maio non ha nessuna voglia di fare crociate a difesa del ministro più debole della filiera.
Toninelli in bilico, ma lui nega
Ufficialmente, Matteo Salvini non vuole sentir parlare di rimpasto, «roba di un’altra era politica”, ma tra le urgenze, stando a molti retroscena, ci sarebbe proprio la sostituzione di Toninelli. L’ultima polpetta avvelenata arriva dal Corriere della Sera che cita fonti leghiste anonime per le quali il dato sarebbe tratto: «Se qualcuno si è contraddistinto per la posizione contraria, per esempio, a opere e infrastrutture, non si vede come possa continuare come prima e nella stessa posizione».
La replica del ministro: chiacchiere che non ascolto
Un po’ svociato Toninelli rispedisce al mittente i retroscena sulla sua uscita di scena in caso di rimpasto di governo: «Su di me ci sono dibattiti che rigetto senza ascoltarli. Gli italiani ci hanno dato un mandato forte, per cambiare il Paese in meglio, e io sto lavorando per migliorare il Paese». Poi sposta i riflettori sulle critiche del presidente dell’Anac Raffaele Cantone al decreto “Sblocca cantieri”: «Non si è abbassata l’asticella sulle verifiche anticorruzione – dice – quello fatto dal governo è un lavoro iniziato da tempo e Cantone è sempre stato presente. Inoltre, con la legge spazzacorrotti abbiamo aumentato la lotta alla corruzione».