Toti, primo affondo da leader: «La gente non ama i 5Stelle, se ne facciano una ragione»
“Mi sembra un passo avanti per tutti, senza che nessuno abbia dovuto fare passi indietro: una buona soluzione nella consapevolezza che è il primo passo di una lunga marcia che ci attende”. Così Giovanni Toti, a margine della Conferenza delle Regioni nella sede del Consedo a Roma, definisce la nomina sua e di Mara Carfagna a coordinatori di Forza Italia. Adesso, dobbiamo tornare a parlare chiaro ai cittadini con un posizionamento politico chiarissimo nel centrodestra senza alcun tentennamento, dire cosa serve a questo Paese, con quella attenzione verso i ceti produttivi e le classi medie che sembrano un po’ disperse”. Quindi, traduce Toti, “grandi opere, guerra alla burocrazia, potere d’acquisto dei salari delle classi medie, competitività del mondo dell’impresa. Tutte cose che in questo anno hanno segnato un po’ il passo e lo dimostra anche il nervosismo di tutte le associazioni d’impresa di questo Paese”. Quanto a Forza Italia, all’interno del partito bisogna dare il segnale di aver compreso, al di la degli equilibri formali, la necessità di un profondo rinnovamento. Forza Italia deve tornare, come è nei suoi presupposti, la casa di tutti i liberali riformisti popolari di questo Paese”. Per Toti “occorre, quindi, andare a una stagione aperta, senza tessere, senza gradi, di grande confronto, con elezioni di popolo e un coinvolgimento che riporti all’interno del nostro partito tutti coloro che se ne sono andati negli anni, a partire dagli elettori per andare ai simpatizzanti, ai militanti, ai dirigenti”. Inoltre, “servirà che al cambiamento nazionale prosegua quello nelle nostre regioni e nelle nostre province, molto profondo, per dare subito il senso di allargamento dei confini del partito, per poi andare a quella stagione di democrazia annunciata per l’autunno prossimo”.
Toti: con la Lega siamo divisi solo dal governo
“Forza Italia e Lega sono divisi dal giudizio su questo governo, ma il giudizio sul governo è diviso dal fatto fisico che Forza Italia non vi partecipa e la Lega invece sì: non è un dettaglio da poco… “. E’ quanto afferma il neo coordinatore di Fi e presidente della regione Liguria, a margine della Conferenza delle Regioni nella sede del Consedo a Roma. “Ma da quando è nato – ricorda – abbiamo detto che questo è l’unico governo che avesse in Parlamento i numeri per guidare questo Paese. Se il centrodestra avesse avuto i numeri, probabilmente oggi sarebbe al governo: non è mancata la volontà politica, è mancata la realtà dei numeri”. Per Toti, “questo governo faccia quello che può: su molte cose siamo critici, su altre come le politiche sull’immigrazione e sulla sicurezza siamo invece favorevoli. Continueremo a fare una opposizione costruttiva come abbiamo fatto finora. Ma il nostro compito di prospettiva è quello di ricostruire un centrodestra che alla prima occasione utile, quando questo governo finirà la sua storia, possa candidarsi credibilmente davanti all’Italia e chiedere agli italiani la fiducia per tornare al governo. Questo è l’obiettivo”, ribadisce. Quanto all’Europa, “c’è un diffuso scontento con un arcobaleno di sensibilità: c’è chi urla più forte e c’è chi sussurra più piano, però francamente non ho sentito giudizi positivi sulla Ue da nessuno del centrodestra: né da Forza Italia né da Fratelli d’Italia né dalla Lega. Tutti quanti concordano sul fatto che oggi non ci possiamo permettere salti nel buio, tipo trovate elettoralistiche del passato come l’uscita dall’euro. Ma ciò non vuol dire che possiamo e dobbiamo accettare tutto ciò che l’Europa continua a dire”.
Toti: i 5Stelle capiscano che i cittadini non li amano
“Mi sembra che ci sia una evidente differenza di sensibilità tra gli amici della Lega e il Movimento 5 Stelle: quest’ultimo tra l’altro non governa quasi nessuno degli enti locali del nostro Paese e nessuna regione e si deve mettere in testa che non può pensare con arroganza di imporre dal governo nazionale alle autonomie locali delle scelte che le autonomie locali non condividono”. E’ l’altolà di Toti. Prosegue Toti sui Cinquestelle: “Si facciano una ragione che i cittadini nei territori non amano il M5s, non sono convinti delle loro ricette, mentre hanno fiducia nei loro sindaci e nei loro governatori. Le politiche di spesa sui territori con annesse priorità, per quanto riguarda le infrastrutture e gli investimenti, devono necessariamente passare dalle regioni e dai sindaci”. E avverte: “Se qualcuno al governo pensa di tornare al centralismo democratico della programmazione economica e politica, fatta dal centro, credo che allora abbia sbagliato epoca”.